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Il Senato voterà le mozioni di sfiducia al ministro Speranza il prossimo 28 aprile

Il Senato voterà la mozione di sfiducia di annunciata da Giorgia Meloni nei confronti di Roberto Speranza il prossimo 28 aprile. In realtà è più corretto parlare al plurale, visto che oltre a quella annunciata da Fratelli d’Italia ci saranno all’ordine del giorno anche le mozioni di Italexit e Alternativa c’è, che dovranno essere votate in modo separato.
A cura di Annalisa Girardi
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Il prossimo 28 aprile il Senato voterà la mozione di sfiducia nei confronti di Roberto Speranza annunciata da Giorgia Meloni. O meglio, le mozioni, dato che oltre a quella annunciata da Fratelli d'Italia ci saranno all'ordine del giorno anche quelle di Italexit e Alternativa c'è, che dovranno essere votate in modo separato. La conferma è arrivata in seguito alla capigruppo al Senato, che ha calendarizzato il voto sulle tre mozioni di sfiducia al ministro della Salute per mercoledì prossimo. Il voto sulle mozioni di sfiducia arriva dopo giorni di tensioni per la maggioranza di governo, che si è trovata per la prima volta apertamente divisa, con Speranza che ha difeso una linea di cautela e rigore e il centrodestra che ha chiesto riaperture più generalizzate.

Le critiche a Speranza dall'interno dell'area di governo sono arrivate soprattutto dalla Lega, che si è astenuta in Consiglio dei ministri sul decreto riaperture non approvando la decisione di mantenere il coprifuoco alle 22, difesa invece dal ministro della Salute. Il Carroccio però non dovrebbe votare a favore della mozione annunciata da Meloni, alleata nel centrodestra: "Il ministro della Salute deve modificare la propria linea, ma non vogliamo mettere in difficoltà il governo", ha commentato il capogruppo della Lega in Senato, Massimiliano Romeo.

"Le mozioni di sfiducia rafforzano chi le subisce. Invito le altre forze di centrodestra a chiedere, d'intesa con Renzi, la commissione  d'inchiesta sulla pandemia che ci aiuterà a far luce sulle responsabilità, comprese quelle di Speranza. Su questa i numeri ci sono", aveva commentato Matteo Salvini, facendo intendere che il suo partito non avrebbe votato contro un ministro del governo. Le critiche e gli attacchi a Speranza, tuttavia, non si erano certo fermate. E Salvini aveva anche commentato che, se il ministro avesse continuano a vedere solo zone rosse e chiusure, non sarebbe dovuto rimanere al suo posto.

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