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Yara, la moglie di Bossetti: “Se colpevole, sarebbe crollato subito”

Marita Comi va in tv per difendere il marito Massimo Bossetti, per il quale la Procura di Bergamo ha chiesto il rinvio a giudizio per l’omicidio aggravato della tredicenne Yara Gambirasio.
A cura di Biagio Chiariello
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Continua a difendere strenuamente il marito Marita Comi, moglie di Massimo Bossetti, in carcere dallo scorso giugno con l'accusa di aver ucciso Yara Gambirasio. Durante l’ultima puntata di Matrix, trasmissione su Canale 5, dice che se fosse colpevole sarebbe crollato subito e aggiunge di essere “ancora più convinta che non sia stato lui”. La donna, che da Bossetti ha avuto tre figli, ha spiegato: “È vero che ha detto delle bugie e anche pesanti, è vero che ha esagerato, ma col delitto queste bugie non c'entrano niente, erano rivolte al lavoro per poter avere giornate libere e poter fare altri lavori”.

A Matrix, intervistata da Luca Telese torna su quel giorno di  novembre di quasi 5 anni fa, quando Yara scomparve dalla palestra di Brembate di Sopra per essere trovata cadavere, uccisa, tre mesi dopo. “Non ricordo l’orario, sono sicura che era a casa, per noi era un giorno come un altro – racconta -, noi facciamo una vita molto abitudinaria”. C’è da dire che durante un colloquio in carcere intercettato, la donna aveva accusato il marito di raccontare delle “balle”, come quella di avere un tumore. Marita lo aveva sottoposto a un vero e proprio interrogatorio e ora spiega che “quelle balle erano riferite al lavoro e non avevano nulla a che vedere con il delitto. E’ vero che ha esagerato, ma erano rivolte al lavoro per poter avere giornate libere e poter fare altri lavori”.

A proposito della madre di Bossetti, Ester Arzuffi, che continua a dire di non avere avuto rapporti con l’autista di autobus, Giuseppe Guerinoni, Marita spiega: “Avevamo sempre creduto a lei, fino a quando abbiamo fatto gli esami nostri, privati e Massimo continua a essere molto legato a lei”.  I riferimenti a possibili turbe sessuali di Massimo da adolescente contenute negli atti e riferite da alcuni testimoni non le interessano. “Massimo è un uomo normale – assicura -, e quello che è accaduto prima non mi riguarda”.

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