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Unicredit licenzia 6500 dipendenti e chiude oltre 800 filiali in Italia

Il piano di esuberi riguarderà Italia, Austria e Germania e dovrà essere portato a compimento entro il 2019. I risparmi complessivi ammonteranno a circa 1,1 miliardi di euro.
A cura di Charlotte Matteini
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Unicredit si appresta a varare un piano lacrime e sangue, che prevede un totale di 6.500 esuberi, di cui almeno 3.900 riguardati la sola Italia, da portare a termine entro il 2019. Con l'esecuzione dei nuovi licenziamenti, quindi, il taglio complessivo alla forza lavoro dell'istituto bancario salirà a 14.000 esuberi circa per un risparmio totale di 1,1 miliardi di euro. In Italia la forza lavoro verrà dunque tagliata di un 21% circa, quasi un quinto dei dipendenti totali, con la chiusura di 883 filiali. Questo piano di tagli, dunque, porterà da 101 mila a 87 mila dipendenti e i risparmi complessivamente ammonteranno a 650 milioni di euro per l'Italia, 320 milioni di euro per l'Austria (con la chiusura di 20 filiali) e 300 milioni per la Germania (che per ora risulta non avere in programma alcuna chiusura di filiale sul territorio). I sindacati protestano e minacciano scioperi. Il segretario generale dell'Uilca, Massimo Masi, ha dichiarato: "Se è vero quello che ha dichiarato Mustier, che ora stiamo pagando gli errori ereditati dalla vecchia gestione, chiediamo le dimissioni di tutti coloro che hanno gestito i precedenti cda o che hanno ricoperto ruoli di responsabilità, avallando i precedenti piani industriali e che sono attualmente in carica. Con questa riduzione del personale e la chiusura di ulteriori filiali, come affronterà Unicredit la gestione della clientela, già oggi in estrema sofferenza?". Anche Mauro Morelli della Fabi protesta e spiega: "Ci batteremo affinché gli esuberi dichiarati, la cui congruità è tutta da verificare, siano gestiti solo su base volontaria e attraverso il nostro ammortizzatore sociale di settore, con le massime garanzie per i lavoratori interessati".

In seguito alla diffusione della notizia relativa ai piani di esubero fino al 2019, Unicredit ha inoltre deliberato un aumento di capitale da 13 miliardi di euro nell'ambito del piano strategico "Trasform 2019", operazione che sarà sottoposta all'approvazione dell'assemblea degli azionisti il prossimo 12 gennaio 2017. L'aumento è interamente garantito da un consorzio di "primarie banche internazionali" e dovrebbe completarsi entro la fine del primo trimestre 2017. In seguito all'annuncio, il titolo Unicredit ha guadagnato il 15,9% in borsa. "Abbiamo sviluppato un piano pragmatico basato su presupposti prudenti, con obiettivi concreti e raggiungibili. Le leve di gestione del rischio e dei costi sono saldamente sotto il nostro controllo. Stiamo attuando misure decise per gestire i problemi, ereditati dal passato, dei crediti deteriorati lordi (Npe)", ha spiegato l'amministratore delegato di Unicredit, Jean-Pierre Mustier. Mustier, inoltre, si taglierà lo stipendio del 40% a 1,2 milioni di euro e non percepirà i bonus annuali né per il 2016 né per tutta la durata del piano.

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