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Una settimana terribile. Ecco perché

Vale la pena, ogni tanto, fermarsi e fare il punto della situazione. Magari anche nella forma di un riassunto critico della settimana, per valutare ciò che è accaduto e dare il giusto peso alle cose. Seneca, addirittura, suggeriva di fermarsi a riflettere la sera, ogni sera, su come si era svolta la giornata, in modo da non perdere mai il contatto con i fatti e con la realtà. Proviamo allora, senza alcuna pretesa di esaustività, a fare il punto della situazione. Che è accaduto in quest’ultima settimana?
A cura di Diego Fusaro
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La Parigi di questi giorni. Protesta contro la Loi Travail
La Parigi di questi giorni. Protesta contro la Loi Travail
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Vale la pena, ogni tanto, fermarsi e fare il punto della situazione. Magari anche nella forma di un riassunto critico della settimana, per valutare ciò che è accaduto e dare il giusto peso alle cose. Seneca, addirittura, suggeriva di fermarsi a riflettere la sera, ogni sera, su come si era svolta la giornata, in modo da non perdere mai il contatto con i fatti e con la realtà. Proviamo allora, senza alcuna pretesa di esaustività, a fare il punto della situazione. Che è accaduto in quest’ultima settimana?

Anzitutto, i lavoratori francesi stanno eroicamente, sottolineo eroicamente, mettendo a ferro e fuoco la Francia per protestare contro l'infame Jobs Act gallico, la Loi Travail. Si stanno opponendo a una legge oscena, che definire terroristica è ancora poco. Come il Jobs Act, la Loi Travail precarizza selvaggiamente: fa il gioco del Signore contro il Servo, fa il gioco del capitale contro il lavoro.

E in Italia invece? Il Jobs Act è passato e le piazze sono rimaste vuote, per riempirsi solo quando si parla di diritti civili e di proprietà dell’io individuale. E intanto Starace, dell’Enel, dice pubblicamente che occorre terrorizzare i lavoratori: è la legge del padronato, bellezza! E nessun giornale ne parla: chissà perché. Il guinzaglio dei giornalisti, di questi tempi, pare più corto di quanto già di per sé non sia.

In Austria, intanto, hanno truccato le elezioni, mediante un ridicolo sistema di votazioni da casa, che sembra fatto apposta per favorire brogli e raggiri: hanno truccato le elezioni di modo che non vincesse un signore che, evidentemente, a torto o a ragione, non andava bene a lor signori i globalizzatori, re dell'Europa e del reame bancario. Sì, perché è sempre più evidente: la democrazia, nel regno dell’Unione Europea, è un vecchio arnese da archiviare, da “rottamare”, direbbe una nostra conoscenza. Ha diritto d’esistere fintantoché conferma democraticamente ciò che i signori neofeudali del globalismo hanno già scelto non democraticamente.

In America, poi, lo sfruttamento del lavoro ha quasi raggiunto i livelli della Cina, con operai costretti a tenere il pannolone per non rallentare i ritmi della produzione. Chi non l’aveva ancora capito? Il libero mercato significa libertà per i potenti di massacrare i deboli, libertà per il pesce grande di mangiarsi quello piccolo.

E la chiamano libertà, con la stessa ipocrisia che se si rimuovessero le leggi che sanzionano l’omicidio per poter poi parlare di “libero omicidio”. E intanto in Italia si parla solo di altro, di sciocchezze da salotto e di chiacchiere addomesticate e organizzate dal circuito mediatico capillarmente controllato. Distrazione di massa, lobotomizzazione di massa. E intanto, come nella nota canzone, ci dicono che il cielo è sempre più blu. E, quel che è peggio, i più sono disposti a crederci. Per quanto tempo ancora?

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Sono nato a Torino nel 1983 e insegno Storia della filosofia in Università. Mi considero allievo indipendente di Hegel e di Marx. Intellettuale dissidente e non allineato, sono al di là di destra e sinistra, convinto che occorra continuare nella lotta politica e culturale che fu di Marx e di Gramsci, in nome dell’emancipazione umana e dei diritti sociali. Resto convinto che, in ogni ambito, la via regia consista nel pensare con la propria testa, senza curarsi dell’opinione pubblica e del coro virtuoso del politicamente corretto.
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