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Truffa da 150 milioni al porto di Molfetta: indagato il senatore del Pdl Azzollini

Due persone sono state arrestate e almeno 60 risultano indagate. Coinvolto nella maxitruffa del nuovo porto commerciale di Molfetta (Bari) anche il senatore del Pdl Antonio Azzollini.
A cura di Susanna Picone
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La Guardia di finanza di Bari e il Corpo forestale dello Stato hanno eseguito due arresti domiciliari a carico di un funzionario pubblico e di un imprenditore a causa di una presunta maxitruffa di circa 150 milioni di euro legata alla costruzione del nuovo porto commerciale di Molfetta, a Bari. Un porto appaltato nel 2007 ma che non è stato ancora realizzato. Oltre ai due arresti almeno 60 persone risultano indagate e tra queste c’è anche il senatore del Popolo della Libertà Antonio Azzollini. Gli indagati – ex amministratori pubblici e imprenditori – sono accusati di associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali. Le indagini hanno portato al sequestro dell’area destinata al nuovo porto commerciale. Azzollini, attuale presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama, è stato per molti anni sindaco della cittadina in provincia di Bari.

La costruzione appaltata nel 2007 ma mai realizzata – Le indagini, coordinate dalla procura di Trani, hanno accertato che per la realizzazione della diga foranea e del nuovo porto commerciale di Molfetta è stato veicolato in favore del Comune, appunto guidato all’epoca da Azzollini, un’ingente somma di denaro pubblico: oltre 147 milioni di euro a fronte di un'opera il cui costo iniziale era previsto in 72 milioni di euro. Secondo l'accusa, dal Comune di Molfetta, pur sapendo dal 2005 che i fondali interessati dai lavori erano impraticabili per la presenza degli ordigni, hanno attestato falsamente che l'area sottomarina erano accessibile. L’opera è tuttora in corso di realizzazione ma è probabile, ipotizzano gli investigatori, che il nuovo porto non sarà concluso mai considerata la presenza massiccia di ordigni bellici nei fondali marini dove si stanno eseguendo i lavori.

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