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Terremoto Nepal, elicotterista italiano: “Niente ferie, vado lì per i soccorsi”

Piergiorgo Rosati è un elicotterista d’alta quota d’origini trentine. Aveva un biglietto per trascorrere le vacanze nel Paese devastato dal sisma. Lo utilizzerà per andare per aiutare chi è ancora bloccato sull’Everest.
A cura di Biagio Chiariello
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 “Vado a Kathmandu, per i campi alti dell’Everest. Sopra una certa quota praticamente solo un mio collega ed io voliamo e ora serve solo evacuare”. A parlare, contattato dall’Ansa, è Piergiorgio Rosati, trentino, elicotterista d'alta quota. Proprio oggi sarebbe dovuto andare in ferie in Nepal. E in realtà ci andrà, ma per una sorta di missione, per portare aiuti nei luoghi stravolti dal terremoto che ha seminato morte e distruzione. “La mia vacanza si trasformerà in aiuto ai soccorsi" sull'Everest, dice Piergiorgio, con altri "colleghi già partiti ed altri tecnici di elisoccorso, che molto probabilmente ci raggiungeranno, tutta gente davvero molto esperta, straordinaria, veri spiderman della montagna". Rosati si coordinerà con la Piramide dell’Everest e con lo staff dell’Associazione EvK2Cnr per i salvataggi: rimarranno in contatto via radio, offrendosi la massima disponibilità reciproca. C'è incertezza sulla situazione che troveranno, "se le strade saranno percorribili, non sappiamo dove stia andando tutta quella gente in uno scenario così devastato" dice Rosati sicuro però del fatto che una volta in Nepal si ritroverà "con amici, soccorritori del posto a cui ho insegnato, con sherpa, proprietari di agenzie turistiche e altri collaboratori".

I soccorsi sull'Everest dopo il terremoto

Con lui ci sarà Maurizio Folini, uno dei più esperti elicotteristi d'alta quota e guida alpina valtellinese prima di mettersi in volo per il Nepal. “In cima al ghiacciaio Khumbu il sisma ha frantumato l'Ice fall, e danneggiato molti ponti sospesi lungo il percorso per arrivare al campo base". Non sarà dunque facile coordinare l'evacuazione delle numerose persone rimaste nei campi a 6.000-6.500 metri di altezza. Anche perché dopo una seconda valanga, "gli sherpa si rifiutano di risalire". Sarà possibile "portare due persone più gli zaini per ogni volo – afferma Folini – che dura circa 6-7 minuti per scendere verso i campi base a 5.300 metri e poi ancora giù a Lukla a 2.800 metri dove ci sono piccoli aerei" che possono riportare a Kathamandu turisti e scalatori”.

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