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Tav Milano-Genova, intercettazione choc: “Amianto? La malattia arriva fra 30 anni”

La frase di uno dei massimi dirigenti del consorzio di imprese per l’alta velocità ferroviaria Milano-Genova, intercettato nell’ambito dell’inchiesta per corruzione che poi ha portato anche al suo arresto.
A cura di Antonio Palma
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“C'è amianto nel cantiere? Tanto la malattia arriva fra 30 anni”, così parlava davanti ad un suo sottoposto uno dei superdirigenti del consorzio di imprese che si è aggiudicato i lavori del Terzo valico per l’alta velocità ferroviaria Milano-Genova. Il colloquio shock è stato intercettato per caso mentre erano in corso le indagini sulle presunte irregolarità negli appalti per i lavori pubblici  che poi nell'ottobre scorso hanno portato all'arresto di trenta persone per corruzione, compreso il dirigente che rassicura sulla presenza della fibra pericolosa nei cantieri: l’allora numero due Cociv Ettore Pagani.

Il dialogo risale a circa 18 mesi fa, cioè alla fine del luglio del 2015, negli uffici del capoluogo ligure di Cociv aggruppamento d’imprese capeggiato da Salini-Impregilo. Gli uffici infatti erano sotto controllo delle forze dell'ordine su ordine della Procura dl Repubblica del capoluogo ligure per l'inchiesta sulle commesse, parallela a un filone coordinato invece dai pm di Roma, e la frase è stata intercettata. La conversazione, anticipata oggi da La Stampa, non rappresenta la prova di un reato e non era contenuta quindi nell’ordine di custodia cautelare firmato dal gip a ottobre, ma ha colpito comunque gli inquirenti e fa parte di atti d’indagine trascritti dai finanzieri.

I primi a sospettare della presenza di amianto, la fibra killer che provoca il terribile mesotelioma pleurico, erano stati i cittadini dell’area coinvolta dai lavori inscenando anche alcune proteste. Nella conversazione un interlocutore, un tecnico dell'impresa, esprime le sue preoccupazioni al dirigente: "Il primo che si ammala è un casino”, dice, ma il superiore lo rassicura:  “Tanto la malattia arriva fra trent’anni". “Dobbiamo ribadire sempre con maggiore forza che quell’opera è ormai indifendibile" scrivono in una nota i parlamentari del M5S delle Commissioni Trasporti e Ambiente di Camera e Senato, aggiungendo: " È come la risata atroce degli imprenditori all’indomani del terremoto dell’Aquila. È come la consapevolezza della camorra di avvelenare la Campania, tanto poi si ammalano dopo. Si ammalano altri.

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