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Taiwan: veterinaria si suicida, non sopportava di dover sopprimere i cani randagi

La donna è stata costretta a sopprimere 700 cani in due anni. Si è suicidata iniettandosi lo stesso farmaco usato per gli animali.
A cura di D. F.
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Lei si chiamava Jian Zhicheng, era una veterinaria di Taiwan e si è suicidata alcuni giorni fa in preda ai sensi di colpa: la giovane dottoressa, infatti, era addetta alla soppressione dei cani nella clinica veterinaria in cui lavorava e l'uccisione quotidiana degli animali l'aveva fatta piombare in una profonda depressione. Dopo aver ricevuto critiche e insulti su facebook la donna, che in un primo momento ha tentato di replicare, ha deciso di togliersi la vita. Veniva definita "la macellaia dei cani". E così, come racconta Mashable.com, si è suicidata iniettandosi lo stesso farmaco che somministrava ai suoi pazienti a quattro zampe, solo in una dose letale anche per gli esseri umani. "Una vita umana non è diversa da quella di un cane, quindi morirò con gli stessi farmaci che usiamo per sopprimerli". Questo ha scritto la dottoressa prima del gesto estremo.  Jian era costretta a uccidere i cani randagi che non riuscivano a dare in adozione: un lavoro tremendo, se si aggiunge che la clinica veterinaria si dava solo 12 giorni di tempo per trovare un padrone agli animali. Per questa ragione la ragazza era stata inondata di offese, alle quali non poteva porre rimedio. In due anni di lavoro ha soppresso oltre 700 cani.

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