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Compravendita di video di stupri, esplode il mercato: “Le clip costano meno di un euro”

Oltre alla violenza sessuale, le donne indiane devono sopportare anche l’onta del contrabbando dei video con gli stupri di cui sono state vittime. Nel nord dell’India è stato scoperto un traffico illegale di video con le violenze di gruppo filmate dagli stessi stupratori.
A cura di Mirko Bellis
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In India alcuni negozi vendono per meno di un euro centinaia di video degli stupri di gruppo. Il loro prezzo varia a seconda della “esclusività” delle immagini. I video di alcuni stupri di gruppo sono stati messi in vendita nello Uttar Pradesh, uno Stato nel nord dell’India. A riportare la notizia la testata Times of India che ha indagato sul commercio illegale dei video con le violenze sessuali alle donne indiane. Proprio sotto il naso della polizia – denuncia l’inchiesta del Times of India – ogni giorno si vendono centinaia, forse migliaia, di questi video. La loro durata varia dai 30 secondi fino ai 5 minuti. A seconda della "esclusività" del clip, il loro prezzo oscilla 50 a 150 rupie (da 0,60 a 1,5 euro). Gli stupratori non si limitano quindi a violentare le donne ma registrano lo stupro sui loro telefoni e lo usano come strumento di ricatto per costringere le vittime al silenzio.

Secondo il giornale indiano, i video vengono venduti sottobanco a persone che arrivano su "raccomandazione" di un altro cliente. Ciò nonostante Il commercio illegale di questi autentici “snuff movie” è sempre più dilagante in India. Verrebbe da dire che va di pari passo al numero sempre maggiore di violenze che colpisce le donne indiane.

"Il porno è superato. Questi video sono quello che va ora" ha detto al Times of India un negoziante di Agra, la città dove sorge il famoso Taj Mahal. “L’acquisto avviene in vari modi – ha poi spiegato il venditore – i clienti possono scaricare direttamente i video sui loro smartphone o copiarli in una chiavetta”. A volte sono vere e proprie gang criminali che scaricano le immagini da Twitter, Tumblr o Facebook e poi le rivendono. In altri casi sono gli stessi stupratori a filmare la violenza sessuale e poi a metterla online.

L’inchiesta del Times of India tra i meandri di questo orribile mercato nero è proseguita anche in altri negozi. E in uno di questi un uomo stava cercando di vendere ad alcuni adolescenti un video. Le immagini ritraevano due uomini che immobilizzano una ragazza sui vent’anni mentre il suo fidanzato viene picchiato e costretto ad assistere alla violenza. La ragazza supplicava i loro violentatori di non girare il video, invano.

La polizia è al corrente che gli stupratori filmano le loro violenze con i telefonini e periodicamente realizza delle retate per sequestrare questi video. Una fonte della polizia ha però confidato a Times of India che è praticamente impossibile fermare questo ignobile traffico. L’esistenza di un video della violenza sessuale – la tesi degli inquirenti indiani – rappresenterebbe un mezzo per evitare che la vittima denunci il reato costringendola al silenzio o per costringerla a subire nuove violenze. “La minaccia di mettere online il video è molto potente”, ha dichiarato un poliziotto.

Il grave problema dell'India con la violenza sessuale è sotto i riflettori internazionali dal 2012, quando un gruppo di uomini stuprarono e uccisero Jyoti Singh, una studentessa di medicina 23enne su un autobus di Delhi. L'incidente provocò proteste di massa, costringendo il governo ad approvare l’Anti rape bill, una legge in vigore dall’aprile 2013 che prevede l’aumento di pena per alcuni reati a sfondo sessuale, per gli attacchi con acidi, per lo stalking e il voyeurismo. Per i recidivi di stupro è prevista anche la condanna a morte.

Secondo alcune stime in India avviene uno stupro ogni 22 minuti e le statistiche – che comprendono solo i casi denunciati – dicono impietosamente che il trend è drammaticamente in crescita. Oltre all’inasprimento delle leggi, il governo per cercare di arginare il fenomeno ha stabilito che, a partire da gennaio 2017, tutti gli smartphone dovranno essere muniti di un modulo Gps e un tasto che consentirà alle donne vittime di violenza di avvertire immediatamente la polizia. Ma nonostante tutte queste misure gli stupri in India sono in costante aumento. Lo Uttar Pradesh – dove è salito alla luce il mercato nero dei video degli stupri – è uno degli Stati più pericolosi in India per le donne. Nel 2014, secondo le statistiche ufficiali, ci sono state 337.922 segnalazioni di violenze o molestie sessuali contro le donne, un aumento del 9 per cento rispetto all'anno precedente.

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