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“Stranieri in aule separate”: studenti italiani protestano contro finta circolare razzista

Una scuola media di Vercelli ha messo in atto un esperimento: ha diramato una finta circolare a firma della preside con cui si imponeva che i venti ragazzi con almeno un genitore straniero smettessero di seguire le lezioni con i compagni e venissero sottoposti a esami ulteriori a giugno, per dimostrare la “conoscenza della lingua” e “la cultura italiana”. Quasi tutti gli studenti della scuola media Pertini, però, si sono opposti.
A cura di C. T.
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ragazzi scuola

Per far sperimentare agli studenti cosa siano state le leggi razziali emanate nel 1938, una scuola media di Vercelli ha messo in atto un esperimento: ha diramato una finta circolare a firma della preside con cui si imponeva che i venti ragazzi con almeno un genitore straniero (già informati della simulazione, così come le loro famiglie) smettessero di seguire le lezioni con i compagni e venissero sottoposti a esami ulteriori a giugno, per dimostrare la "conoscenza della lingua" e "la cultura italiana":

A partire da oggi con effetto immediato, gli alunni con entrambi o anche solo un genitore di origine non italiana seguiranno le lezioni scolastiche in un’aula diversa rispetto a quella del resto della classe.

Quasi tutti gli studenti della scuola media Pertini, però, si sono opposti.

I professori hanno letto la circolare nelle cinque classi di terza media dell'istituto, provocando le proteste dei ragazzi: qualcuno di loro ha chiesto di seguire i compagni nell'altra classe, altri hanno chiamato la preside o hanno cercato di contattare altre scuole. Fino a quando non è stato comunicato loro che si trattava solo di una simulazione. "Quando i collaboratori scolastici sono entrati in classe e gli insegnanti hanno letto la direttiva, i ragazzi cui era rivolta la circolare si sono alzati in piedi rassegnati, pronti ad uscire dall’aula", ha raccontato la preside dell'Istituto, Ferdinanda Chiarello.

Le reazioni degli studenti sono state poi annotate su dei post it. "Mi sono sentito uno schifo perché non mi ritengo superiore ai miei compagni", ha scritto uno di loro; mentre nel bigliettino di uno dei ragazzi con un genitore straniero si legge: "So che se succedesse veramente i miei compagni si ribellerebbero e mi aiuterebbero".

L'esperimento è stato progettato da due professoresse, Patrizia Pomati e Carolina Vergerio, in occasione del percorso didattitco dedicato alla Giornata della memoria dei Giusti. Le docenti erano molto soddisfatte della reazione dei ragazzi. "Forse se ci fosse stata una reazione così forte anche allora le cose sarebbero andate diversamente", ha raccontato la preside, che ha spiegato che il Pertini " è una scuola dove si cerca di fare educazione all'accoglienza e alla tolleranza fin dalla materna e il risultato di questo esperimento è confortante".

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