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Strage Orlando: quando la parola diventa una pistola

Dopo la strage di Orlando si gioca a immaginare l’azione di un pazzo isolato eppure le frasi contro i gay (con Trump in testa) sono all’ordine del giorno. E se la parole poi diventa pistola qualcuno dovrebbe assumersene le responsabilità.
A cura di Giulio Cavalli
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Le donne? "Maiali grassi" (fat pigs), "cani" (dogs), "sciattone" (slobs) e "disgustosi animali" (disgusting animals). Le violenze sessuali? «sono la logica conseguenza della vicinanza di uomini e donne». «Se diventerò Presidente impedirò ai musulmani di entrare negli USA». «La Clinton? Non è riuscita a soddisfare come potete pensare che possa soddisfare l'America?». «Sono contro i matrimoni gay. Non solo no al matrimonio fra persone dello stesso sesso ma no anche a garantire ai gay gli stessi diritti civili degli etero». «Ognuno dovrebbe avere una pistola, se sparassi a qualcuno in mezzo alla strada non perderei nemmeno un voto».

Sono solo alcune delle frasi sessiste, omofobi e razziste pronunciate da Donald Trump, il prossimo candidato per i repubblicani alla presidenza degli Stati Uniti. Mica un Giovanardi qualunque, per dire. "Le parole sono importanti" diceva Nanni Moretti nella celebre scena di un suo film e le parole di un personaggio pubblico come un futuribile presidente sono cariche di responsabilità culturale, oltre che politica e se è vero che non possono certo essere l'unica causa di tragici eventi come la carneficina di ieri a Orlando certo contribuiscono a creare un clima. E il clima in USA (ma anche qui da noi) sulla questione dei diritti omosessuali è marcio. Fino al midollo.

Quando per amore dell'attenzione pubblica si utilizzano iperboli che infilzano i diritti di qualcuno ci si prende la responsabilità di infiammare il dibattito; non funzionano più le scuse di chi si rifugia dietro alle opinioni personali o negando di avere incitato alla violenza. Se qualcuno vuole incendiare il dibattito se ne prende le responsabilità: l'apologia di omofobia, del resto, pur non essendo reato penale è una delle bave culturali di cui ci vergogneremo nei prossimi anni e anche Trump sarà ricordato come uno dei principali protagonisti.

La parola è una pistola. L'abbiamo scritto e letto migliaia di volte: la parola contro le mafie, la parola come strumento di legalità, la parola contro i potenti e ora scopriamo la parola anche al servizio dell'idiozia. E allora forse sarebbe il momento di restituire le parole in faccia a chi ha seminato letame, una volta per tutte, sottolineando la miseria dei gay che sono buoni oggi solo perché sono morti; bisognerebbe ricordarsele tutte, una per una, tenersele in tasca. Dappertutto.

La lista è sconfinata:

  1. Il 25 gennaio 2011 Militia Christi a Roma sui muri del Municipio XI scrive: “Curate i gay, non plagiate i bimbi”.
  2. L'ex sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo disse "“Io multerei due uomini che si baciano in pubblico”.
  3. Fabian Bruskewitz, vescovo della diocesi di Lincoln in Nebraska disse in un'orazione pasquale: “I gay saranno dannati per sempre”.
  4. Nell'Apple Store comparse un'applicazione per iPhone che avrebbe permesso di “liberarsi dall’omosessualità attraverso la potenza di Gesù”. Solo le migliaia di firme di protesta ne determinarono la sospensione della vendita.
  5. “Nella vita penso si debba provare tutto tranne due cose: la droga e i culattoni” disse il "trota" Renzo Bossi.
  6. “Meglio fascisti che froci” disse Mussolini Alessandra.
  7. Per Salvini, invece, “il figlio di una coppia gay parte con un handicap.”
  8. Giancarlo Gentilini mentre era sindaco di Treviso: “Darò immediatamente disposizioni alla mia comandante dei vigili urbani affinché faccia pulizia etnica dei culattoni. I culattoni devono andare in altri capoluoghi di regione che so che sono disposti ad accoglierli. Qui a Treviso non c’è nessuna possibilità per culattoni o simili.”
  9. “L’omosessualità è una devianza della personalità. [È] un comportamento molto diverso dalla norma iscritta in un codice morfologico, genetico, endocrinologico e caratterologico.” sentenziò Paola Binetti.
  10. “Se ai gay vengono garantiti dei diritti, dovremo poi dare dei diritti alle prostitute e alle persone che dormono con dei San Bernardo ed a quelli che si mangiano le unghie.”  disse Anita Jane Bryant, attivista antigay americana.

E, per finire questo piccolo e incompleto inventario c'è l'avvocato Taormina che proprio in questi minuti ha dichiarato che la strage di Orlando non sarebbe mai successo se i due gay non si fossero baciati in pubblico. E allora mi chiedo se alla luce di tutto queso siamo davvero sicuri che l'assassino di Orlando sia uno squilibrato caso isolato non condizionato dal clima generale. Ne siamo sicuri, signor Trump?

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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