37 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Sicilia, profugo somalo di 15 anni muore dopo i soccorsi: “Maltrattato in Libia”

Secondo le testimonianze dei compagni di viaggio il ragazzo sarebbe stato maltrattato in Libia e costretto a lavorare senza cibo né acqua. Ciò ne avrebbe provocato il decesso.
A cura di Davide Falcioni
37 CONDIVISIONI
Immagine

Un 15enne somalo è deceduto dopo essere stato soccorso nel Canale di Sicilia dalla nave Dignity di Medici Senza Frontiere: la morte del giovane sarebbe avvenuta ieri, apparentemente a causa di un arresto cardiocircolatorio. Ora la nave, che ha tratto in salvo anche altre 300 persone, tra cui molte donne e bambini, si trova nel porto di Augusta. A bordo del natante è salito il medico legale Giuseppe Bulla, incaricato dalla Procura della Repubblica di effettuare tutti gli accertamenti sulla salma del 15enne. In attesa che il perito compia il suo lavoro, non è stato autorizzato lo sbarco dei 325 profughi.

Stando a quanto trapelato, in seguito a una prima ispezione cadaverica confrontata anche con le testimonianze dei migranti a bordo, il ragazzo sarebbe morto in seguito all'aggravarsi delle ferite causate dalle percosse e dai maltrattamenti subiti in Libia, dove a lungo era stato costretto anche a lavorare come uno schiavo, senza cibo né acqua. A riferirlo sono stati alcuni dei profughi a bordo della Dignity. Il 15enne è morto in seguito a un arresto cardiocircolatorio provocato dalla condizioni critiche di salute causate dai maltrattamenti subiti.

Commentando la morte del giovane somalo Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the Children, ha raccontato: "Dalle testimonianze che raccogliamo ogni giorno, nei porti dove sbarcano i migranti soccorsi nel Canale di Sicilia, da parte di minori, spesso non accompagnati, abbiamo purtroppo la conferma di abusi e maltrattamenti di ogni tipo subiti in Libia prima della loro partenza. Purtroppo il caso di questo ragazzo somalo non è isolato. In questi mesi abbiamo ascoltato i racconti di tantissimi minori e tutti ci hanno parlato delle condizioni atroci in cui sono stati costretti a vivere, nei centri di detenzione libici o nei luoghi dove i trafficanti concentrano i migranti prima di imbarcarli. Proprio i minori e le donne sono vittime del numero maggiore di abusi, perché sono le persone più deboli e vulnerabili".

37 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views