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Costa Concordia, Schettino si difende in aula: “E’ colpa del timoniere”

Riparte a Grosseto il processo che vede imputato l’ex comandante. I giudici decideranno sulla richiesta della difesa di far effettuare un sopralluogo a bordo, ora possibile grazie al raddrizzamento della nave. E intanto Schettino accusa il timoniere: “Non mise la nave a sinistra”.
A cura di Biagio Chiariello
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Il gup di Grosseto ha rinviato a giudizio l’ex comandante della Costa Concordia per il naufragio nella nave da crociera davanti all’Isola del Giglio. Respinte le richieste di nuove perizie fatte dalla difesa di Francesco Schettino.

Update 14.00 – Schettino parla ancora in aula, evidenziando l'errore del timoniere indonesiano: "Con l'ordine di virare a sinistra", ha detto l'ex comandante della Concordia in un seconda dichiarazione spontanea in aula, "volevo ridurre la velocità angolare della poppa della nave rispetto alla rotazione, ottenendo quindi una contro-rotazione, forse con un impatto più verso prua, certo con meno rotazione a destra. Addirittura se la nave si fosse fermata passava via liscia. Ma la manovra errata non lo permise". "Mettere il timone a sinistra – ha proseguito Schettino nella sua spiegazione – significava mettere velocità angolare della prua quindi l'avanzo sarebbe stato privilegiato rispetto al moto rotatorio" verso destra, che la faceva scodare di poppa verso la prua.

Schettino, in sostanza, evidenziando l'errore del timoniere indonesiano, ha voluto dire che tentò di allineare la nave agli scogli, cercando di rimetterla in parallelo, comunque attenuando il più possibile l'angolo di impatto che si stava delineando di lì a poco. Ma l'errore al timone, secondo l'ex comandante, vanificò questo tentativo.
I periti del gip hanno comunque sottolineato che l'impatto ci sarebbe stato lo stesso.

Dopo la pausa estiva sono riprese oggi a Grosseto le udienze del processo il processo relativo al naufragio della Costa Cocordia del 13 gennaio 2012, costato la vita a 32 persone, che vede come unico imputato l’ex comandante Francesco Schettino. All’esame dei giudici del collegio del tribunale presieduto da Giovanni Puliatti ci sarà la richiesta di poter effettuare un sopralluogo a bordo del relitto per stilare una nuova perizia sulle varie strumentazione della nave. A luglio i giudici congelarono la questione decidendo che prima fossero sentiti in aula i periti del gip. Oggi, la nuova richiesta, appoggiata pure dal Codacons, anche alla luce del recente raddrizzamento della nave. Le udienze andranno avanti domani, martedì 24 settembre, giovedì 26 e venerdì 27 settembre.

"La perizia dei periti si è fermata allo scoglio" – Per l'avvocato Giuliano Liuzzi del Codacons, intervistato a SkyTg24, "la perizia e l'attività svolta dai periti si sono fermate allo scoglio, creando questo nesso di causalità con le morti. A nostro giudizio, si poteva fare di più e meglio. Abbiamo rilevato – continua – dei gravi difetti di funzionamento della nave, in primis delle porte di emergenza e il generatore di emergenza. Anche tempi e inclinazione della nave sono aspetti determinanti di questo processo", conclude Liuzzi.

Schettino in Aula accusa il timoniere – L'ex comandante della Costa Concordia , accusato di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, disastro colposo, abbandono di incapace a bordo e mancate comunicazioni alle autorità è presente nell’aula del tribunale di Grosseto allestita al cinema Moderno. Schettino, che finora non ha mai saltato un'udienza, ha rilasciato una breve dichiarazione spontanea al tribunale: "Se non ci fosse stato l'errore del timoniere la nave si sarebbe fermata, secondo la mia esperienza. Nel momento in cui ho chiesto al timoniere di mettere i timoni a sinistra, l'errore è stato di non farlo, in quel momento la nave aveva un'accelerazione a destra".

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