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Opinioni

Salvini e la “giustizia” fai da te: i cittadini liberino gli alberghi dai migranti

Le parole del leader della Lega Nord dal palco di Ponte di Legno: “Scegliamo un albergo a Regione e ce lo riprendiamo dai migranti”. Nel Paese che si indigna per un “cicciottelle” o per una coscia disegnata, non fa notizia se un politico chiede ai cittadini di “farsi giustizia da soli”. Del resto, se si tratta di migranti…
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Sarà che a Ferragosto la gran parte dei politici è in vacanza. O sarà l’abitudine a un certo tipo di linguaggio. Ma nel Paese che si indigna per il “cicciottelle” e si infiamma per una vignetta, stupisce il silenzio sulle ultime dichiarazioni di Matteo Salvini. Dal palco di Ponte di Legno, assistito dal principe della crociata anti – immigrazione Paolo Del Debbio, il leader della Lega Nord annuncia il passo successivo della protesta contro la gestione dell’accoglienza: la “liberazione” degli alberghi che ospitano migranti e richiedenti asilo.

Militanti leghisti e cittadini dovranno, insomma, liberare un albergo a Regione dalla presenza di profughi e migranti, in modo da restituire la struttura “agli italiani in difficoltà”. Come? Questo Salvini lo dice e non lo dice, come al solito.

“Con le buone maniere, con le spalle larghe”, precisa. “Anche se con le buone maniere stiamo morendo, quindi Paolo…”, aggiunge subito. Tanto perché sia chiara l’antifona, probabilmente. E perché nessuno lo tacci di avere una linea troppo morbida. Non sia mai.

Ecco, il punto non è la legittimità di una posizione politica. Salvini ha le sue idee in tema di immigrazione e gestione dell’accoglienza. E le porta avanti con coerenza, utilizzando le lacune del Governo e gli intoppi del sistema italiano dell’accoglienza come leva di consenso politico – elettorale. Niente di strano, dunque (certo, ci sarebbero i "paletti" di uno Stato di diritto, i discorsi sul "monopolio della forza", i ragionamenti su solidarietà e tolleranza, ma a chi vuoi che importi…).

Non meraviglia nemmeno la passività con la quale gran parte della politica affronta la questione, lasciando che siano Salvini, Meloni e, con i distinguo di sorta, il M5S a “imporre la narrazione” sulla questione migranti. Del resto, fra conflitti di interesse, ipocrisie e strategismi, l'incapacità della sinistra di disinnescare la narrazione tossica sui migranti è ormai conclamata.

Quello che stupisce è il silenzio assordante di fronte allo spostamento del “limite” fin dove in pochi avevano osato spingersi: chiedere a Sindaci e cittadini di "farsi giustizia da soli". Oltre le ronde, a un passo dalla giustizia sommaria, a due da episodi tristemente noti della contemporaneità.

Ma niente, pare che la cosa interessi poco. E ciò è la spia più significativa di come l’opinione pubblica abbia metabolizzato la questione immigrazione. Non una sfida epocale, che investe l'Europa e il nostro intero sistema di valori e principi. Ma decine di migliaia di persone che, nella migliore delle ipotesi, sono “un problema da risolvere”, un fastidio, un costo per le casse dello Stato. Nella peggiore, sono invasori, mangiapane a tradimento, affamatori degli italiani, approfittatori e via discorrendo. Persone da cacciare dagli alberghi. Perché servono agli italiani.

Qualche anno fa il predecessore di Salvini alla guida della Lega Nord invocava i "fucili padani" per la secessione. Ci fu un putiferio. Ora silenzio.

Mala tempora currunt, avrebbe chiosato qualcuno.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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