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Renzi: “Avanti come un treno” sulle riforme. Oggi in aula il Jobs Act

Il decreto Lavoro infiamma il dibattito nella maggioranza. Ma nonostante le critiche avanzate da Ncd e Sc in merito alle modifiche apportate dal Pd, il testo dovrebbe essere blindato con fiducia alla Camera.
A cura di Biagio Chiariello
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Terminate le vacanze pasquali, la politica italiana torna in attività. Oggi, 22 aprile la Camera dei deputati è chiamata ad esprimersi su una misura molto importante: il decreto lavoro varato dal Governo il 20 marzo. Poi, settimana prossima, sarà tempo  dell'annunciata riforma della Pa; senza dimenticare gli interventi a sostegno delle famiglie. Una serie di provvedimenti, cui minimo comune denominatore è stato e deve essere la velocità, la speditezza. Da qui la metafora utilizzata dal premier Matteo Renzi: "Avanti come un treno".

Dunque si parte oggi col decreto lavoro.  Ma già aleggiano tensioni interne alla maggioranza. Nuovo Centro Destra e Scelta Civica promettono battaglia per cancellare le modifiche apportate dal Pd – nello specifico, la minoranza del partito – al testo in commissione. Ma i democratici non cedono. Così come Renzi. Il presidente del Consiglio sembra intenzionato ad assorbire l'attacco della corrente oppositrice del  proprio partito, scavalcando gli alleati. E’ quindi è facile che il Governo chieda la fiducia sul Jobs Act così come uscito dalla commissione, cioè senza modifiche. Le modifiche principali del testo vedono la riduzione delle proroghe ai contratti a tempo determinato (massimo 36 mesi), il ritorno all’apprendistato pubblico obbligatorio con garanzia regionale, l’obbligo per le aziende oltre 30 dipendenti di assumere almeno il 20% di apprendisti, il tetto massimo del 20% di contratti a tempo determinato.

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