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Regno Unito, allarme per batteri resistenti agli antibiotici: “Si rischiano 80mila morti”

Potrebbe costare la vita fino a 80 mila persone la diffusione di alcuni batteri resistenti agli antibiotici: è quanto emerge da un rapporto del governo britannico diffuso dal Guardian.
A cura di Susanna Picone
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È emergenza in Gran Bretagna per la diffusione di infezioni causate dai cosiddetti “batteri resistenti agli antibiotici” (Amr o Antimicrobial Resistance Infection) che potrebbero causare, in caso di una “epidemia”, fino a 200.000 casi di pazienti contagiati e 80.000 vittime. A lanciare l’allarme è stato il governo britannico in un rapporto, il “National Risk Register of Civil Emergencies”, pubblicato lo scorso mese e i cui contenuti sono apparsi sul Guardian. Il governo di Londra ha sottolineato la necessità di creare nuovi antibiotici, perché altrimenti operazioni di routine potrebbero diventare “procedure ad altissimo rischio”. Il rischio di nuove infezioni da batteri antibiotico-resistenti è inoltre “destinato ad aumentare significativamente nel corso dei prossimi 20 anni”. Secondo quanto sottolineato dalle autorità britanniche, gran parte della medicina moderna può diventare molto pericolosa a causa del rischio di infezioni, inoltre le stesse influenze diventerebbero più gravi senza trattamenti efficaci.

La prospettiva presa seriamente dal governo britannico – Un portavoce del dipartimento di Salute britannico già dal 2013 sta avvisando il Paese anche dei rischi potenziali degli Amr: “Il mondo non può permettersi di non agire sul preoccupante aumento della resistenza a medicine antibiotiche e antimicrobiche al quale stiamo assistendo. Nel Regno Unito prendiamo la questione molto seriamente, ma non possiamo seriamente affrontarla senza un’azione internazionale coordinata. Ed è per questo che lavoriamo per aumentarne la priorità nell’agenda politica globale: se non agiamo, tra 20 anni potremmo ritrovarci nel XIX secolo, quando le infezioni ci uccidevano dopo operazioni di routine”. Lo stesso primo ministro David Cameron ha parlato del timore di un “ritorno agli anni bui della medicina”.

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