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Prodi dal Premier, per il Quirinale più ostacoli che certezze

Nell’incontro tra Romano Prodi e Renzi si è discusso anche della prossima elezione al Quirinale dopo la bruciatura del Professore alla passata elezione.
A cura di Antonio Palma
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Romano Prodi come possibile candidato del Pd al Quirinale? Anche di questo si è discusso ieri pomeriggio a Palazzo Chigi nell'incontro tra l'ex leader dell'Ulivo e il nuovo segretario del Pd. Ufficialmente in realtà i due alla fine dell'incontro hanno concordato di diffondere la versione che si è parlato solo di politica internazionale, in particolare della situazione in Libia e in Ucraina e sull'economia europea, ma senza dubbio nel colloquio si è discusso proprio del futuro politico di Prodi e del possibile appoggio dei Democratici alla sua candidatura come Capo dello Stato. Del resto questo non è stato il primo incontro tra i due leader del centrosinistra per discutere del problema, ma a questo punto le chance per Prodi appaiono molto ridotte. Secondo indiscrezioni infatti lo stesso Renzi avrebbe fatto capire a Prodi che trovare una larga maggioranza in Parlamento sul suo nome sarebbe molto arduo soprattutto per l'opposizione di Forza Italia, anche se minime possibilità rimangono in caso di impasse dopo le prime votazioni.

Prodi e l'opposizione di FI

Il centrodestra infatti preme per un nome condiviso insistendo sul patto tra Renzi e Berlusconi. "Il Patto del Nazareno contempla anche un nome a noi gradito per il Quirinale" ha sentenziato infatti il leader di Forza Italia nei giorni scorsi. Del resto dopo la scottatura della passata votazione per il Quirinale, anche ieri Romano Prodi ha ripetuto che per lui la questione ormai è marginale e che preferirebbe un ruolo più internazionale. Renzi insomma ha avuto conferma che il Professore non sta tramando per diventare presidente della Repubblica anche perché non gradirebbe una seconda bruciatura dopo quella del 2013. Prodi sarebbe più intenzionato ad approdare su altri lidi, una soluzione gradita anche a Renzi che nel colloquio gli ha prospettato ancora un ruolo internazionale analogo a quello di mediatore in Libia per l'Onu, incarico che gli aveva già prospettato tempo fa e che però è sfumato.

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