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Piacenza, “furbetti del cartellino” al Comune: 50 indagati per falso e truffa

Blitz della Guardia di Finanza a palazzo Mercanti. Indagati 50 dipendenti comunali con l’accusa di falso e truffa: “Prendevano servizio e poi andavano a farsi i fatti propri”. Le indagini riguardano anche alcuni casi di peculato.
A cura di Ida Artiaco
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Timbravano il cartellino per prendere servizio, ma dopo poco uscivano e andavano a fare la spesa. Sono ben cinquanta i dipendenti del Comune di Piacenza che risultano iscritti nel registro degli indagati con le accuse di falso e truffa in seguito al blitz effettuato questa mattina a palazzo Mercanti dagli uomini della Guardia di finanza. Agenti in divisa e in borghese si sono presentati negli uffici e hanno perquisito e sequestrato materiale, precisa l'ente, "concordando le modalità con il Segretario generale e la dottoressa Laura Bossi, dirigente delle Risorse umane".

Secondo la Procura della Repubblica, i "furbetti" erano soliti arrivare in ufficio per poi uscire "a farsi i fatti propri. Chi andava in palestra e chi andava a fare compere", hanno sottolineato Salvatore Cappelleri, capo della procura piacentina, e il sostituto Antonio Colonna. Le indagini, condotte da Polizia municipale e Guardia di finanza, riguardano anche alcuni casi di peculato: qualcuno avrebbe, infatti, utilizzato mezzi di servizio per scopi non lavorativi. Dei cinquanta indagati dieci sono a piede libero, gli altri sottoposti a misura cautelare e uno agli arresti domiciliari. Gli altri 39 sono stati fotosegnalati in caserma e poi sottoposti all'obbligo di firma. Gli inquirenti avrebbero filmati e pedinamenti, effettuati nel corso degli ultimi mesi, che dimostrerebbero la condotta dei dipendenti inadempienti.

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