Papa: “LʼEuropa accolga i migranti, ma bisogna saperli anche integrare”
"Non dobbiamo spaventarci per l’integrazione delle culture perché l’Europa è stata fatta con una integrazione continua delle culture, di tante culture. Credo che in teoria non si possa chiudere il cuore a un rifugiato. Ma c’è anche la prudenza dei governanti che credo debbano essere molto aperti nel riceverli ma anche fare un calcolo di come poterli sistemare", così Papa Francesco ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano del tema immigrazione sull'’aereo che lo sta riportando a Roma dopo la visita ufficiale in Svezia.
"Si deve distinguere tra migrante e rifugiato. Il migrante deve essere trattato con certe regole, migrare è un diritto ma un diritto molto regolato. Invece un rifugiato viene da una situazione di guerra, fame, angoscia terribile. Un rifugiato ha bisogno di più cura, di più lavoro" ha ricordato Bergoglio sottolineando che in entrambi i casi è importante "fare imparare la lingua integrare nella cultura" locale.
"Un rifugiato non lo si deve solo ricevere ma lo si deve integrare" perché "quando un rifugiato o un migrante non è integrato, il pericolo è che si ghettizza, entra in un ghetto, e una cultura che non si sviluppa in un rapporto con un’altra cultura entra in conflitto, e questo è pericoloso" ha ricordato il Pontefice esortando i governi ad aumentare la capacità di integrazione sempre con il cuore aperto.
"Non è umano chiudere le porte e il cuore, e alla lunga questo si paga, si paga politicamente, come anche una imprudenza nei calcoli, nel ricevere più di quelli che si possono integrare", ha ammesso Papa Francesco, concludendo: "Credo che il consigliere più cattivo dei Paesi che tendono a chiudere le frontiere sia la paura. E il consigliere più buono la prudenza. In questi giorni ho parlato con un funzionario del governo svedese e mi diceva che hanno qualche difficoltà, perché vengono in tanti e non si fa in tempo a sistemarli, a trovare scuola, casa, lavoro, a far imparare la lingua… La prudenza deve fare questo calcolo.