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Papa Francesco: “Alcuni potenti vivono grazie alla guerra e alle fabbriche di armi”

Il Pontefice ha parlato a 7mila bambini delle scuole primarie di Roma: “Tante persone non vogliono la pace perché vivono di guerra”.
A cura di Davide Falcioni
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"Tante persone non vogliono la pace perché vivono di guerra". E' con queste parole, semplici ma efficaci, che Papa Francesco ha spiegato ai bambini delle scuole primarie di Roma temi complessi come quelli di guerra e pace. Il pontefice ha menzionato "l'industria delle armi": "Questo è grave – ha detto Bergoglio -: alcuni potenti guadagnano la vita con la fabbrica delle armi e le vendono a questo paese perché vada contro quello". Il Santo Padre ha aggiunto: "La pace – ha proseguito – è prima di tutto che non ci siano le guerre, ma anche che ci sia la gioia, l'amicizia tra tutti, che ogni giorno si faccia un passo avanti per la giustizia, perché non ci siano bambini affamati, malati che non abbiano la possibilità di essere aiutati nella salute. Fare tutto questo è fare la pace. La pace è un lavoro, non è uno stare tranquilli, lavorare perché tutti abbiano la soluzione ai problemi, ai bisogni che hanno nella loro terra, nella loro patria, nella loro famiglia, nella loro società: così si fa la pace, artigianale". "Voi sapete – ha detto alle migliaia di bambini presenti – che è la cupidigia che ci fa tanto male. La voglia di avere di più, di più, più denaro. E' quando noi crediamo che tutto gira intorno al denaro".

Come tante altre volte in passato Papa Francesco ha espresso una critica radicale al sistema economico capitalistico, "perché gira intorno al denaro, non intorno alla persona, all'uomo e alla donna: si sacrifica tanto e si fa la guerra per difendere il denaro". "Dio perdona tutto, capito? Siamo noi a non sapere perdonare a non trovare strade di perdono. Tante volte per incapacità o perché è più facile riempire le carceri che aiutare chi ha sbagliato ad andare avanti". A un bambino che gli ha domandato se fosse d'accordo con il punire con il carcere i reati minorili Francesco ha opposto un netto: "No, non sono d'accordo, la risposta è che ti aiutino a rialzarti, a reinserirti, mentre andare alla soluzione del carcere è la cosa più comoda per dimenticare quelli che soffrono". "Tutti – ha proseguito Francesco – possono fare gli stessi sbagli che ha fatto lui, tutti possiamo fare gli sbagli più brutti. Non bisogna condannare mai, ma aiutare sempre a rialzarsi e reinserirsi nella società".

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