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Padova, in una scuola materna su 66 iscritti solo un bimbo è italiano

La mamma dell’alunno italiano ha chiesto spiegazioni al sindaco preoccupata per l’educazione del figlio.
A cura di Antonio Palma
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Un vero e proprio record nella scuola materna statale "Quadrifoglio" di Arcella, a Padova, su 66 alunni iscritti solo una bimba è figlia di italiani. A raccontarlo è il Mattino di Padova che riporta la lettera inviata dalla mamma dell’alunno al sindaco Massimo Bitonci. La signora si è detta preoccupata per la situazione e ha criticato la scelta della scuola. “Sono molto preoccupata per quello che sta accadendo alla Quadrifoglio, far partire una scuola intera, con tre sezioni specifiche, con 65 bambini stranieri e uno solo italiano mi sembra una scelta educativa e didattica molto sbagliata” ha infatti scritto la donna, aggiungendo: “A questo punto, con un rapporto così sproporzionato, non si può più neanche parlare d’integrazione. Oppure si dovrebbe parlare solo d’integrazione al contrario. Ossia dei bambini italiani all’interno del gruppone degli stranieri”.

Anche le insegnanti lamentano delle difficoltà

La mamma dell’unico bimbo italiano iscritto, però, ha voluto subito specificare che la sua protesta non è legata a motivi razziali, ma solo alla preoccupazione che suo figlio non avrà una preparazione dove saranno contemplate ad esempio recite natalizie ispirate al  credo cattolico. “Il grido d’allarme non ha per niente una base di razzismo o d’intolleranza nei confronti di chi arriva da lontano. Il problema che pongo è solo di natura culturale e pedagogica in particolare. Con così tanti bambini che hanno una base culturale diversa dalla nostra e professano una religione diversa, durante l’anno scolastico è possibile organizzare nessun tipo di recita natalizia ispirata al nostro credo cattolico? No. Così non va bene. Non è per niente corretto e, secondo me, non ha nessun tipo di fondamento scientifico aver messo in piedi una scuola dove c’è un solo bambino italiano” ha sottolineato infatti la donna. Perplessità per questa situazione sono espresse anche delle insegnanti che parlano di difficoltà a rapportarsi con genitori che spesso parlano poco o niente l'italiano e che lamentano l’assenza di facilitatori culturali e di mediatori linguistici “di cui, invece, abbiamo tanto bisogno”. “In questo contesto, la nostra buona volontà e la nostra efficienza organizzativa non bastano” hanno infatti sottolineato le insegnanti.

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