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No, non siamo rimasti umani

Scriveva Danilo Dolci: “Ciascuno umilmente si informi / umile ma responsabile riferisca a chi non sa: / dai campi con i cartelli a quelli nuovi, più ipocriti / Auschwitz sta figliando nel mondo / Non sentite l’odore del fumo? I figli pur diversi gli somigliano”.
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Angela Merkel, a capo di una superpotenza mondiale, fa piangere – involontariamente ma sotto i riflettori del mondo – una ragazzina. Dicendole sostanzialmente che non tutti possono sperare in una vita normale. A Roma – città allo sbando dal punto di vista amministrativo, morale e dell'ordine – un manipolo di fascistoidi organizza un assalto vero e proprio contro l'arrivo di 19 – diciannove! – migranti a Casale San Nicola; a Siracusa un padre, profugo disperato fuggito dalla devastazione della Siria racconta la morte della figlia, diabetica e morta sul barcone con le braccia protese verso l'Italia perché gli scafisti le avevano gettato in mare la vitale insulina. Sono gli stessi siriani che qualche poveraccio in felpa (o t-shirt) propone di «aiutare a casa loro» zompettando tra un talk show e l'altro.

Niente "stay human", noi non siamo rimasti umani. Davanti a queste miserie, tutte nello stesso giorno o poco più, viene da chiedersi cosa è rimasto a noi. A noi italiani, a noi europei. Le radici di navigatori e poeti seppellite tra la furia degli odiatori da social network e i sondaggi d'opinione; la memoria di coloro che furono emigranti, i nostri nonni, i nostri padri, inascoltabile, coperta dalle urla di chi s'ammazzerebbe per un punto di share o per un clic al grido di «1.500 euro per ogni immigrato in Italia mentre noi muoriamo di fame». «Annoiano, fanno ridere i padri quando raccontano la loro guerra» scriveva un tempo Danilo Dolci e la poesia era sui campi di concentramento nazisti.
Si concludeva così:

«Ciascuno umilmente si informi
umile ma responsabile riferisca a chi non sa:
dai campi con i cartelli a quelli nuovi, più ipocriti,
Auschwitz sta figliando nel mondo,
non sentite l’odore del fumo?
I figli pur diversi gli somigliano».

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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