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Muslim Ban, Trump non si arrende: “Ricorreremo anche alla Corte Suprema”

Mentre si attende la decisione della corte federale d’Appello che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, l’amministrazione Trump ha già annunciato di essere pronta a ricorrere anche alla Corte Suprema in caso di sentenza sfavorevole.
A cura di Antonio Palma
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Sarà una battaglia lunga e senza esclusione di colpi quella attorno al cosiddetto Muslim Ban, il provvedimento legislativo voluto dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per evitare l'ingresso dei cittadini di sette Paesi islamici e dei rifugiati. A confermarlo è la stessa amministrazione Usa ricordando che Trump è pronto ad arrivare fino alla Corte Suprema per ripristinare il provvedimento che ormai per lui è diventato una questione di principio. Il decreto restrittivo della Casa Bianca infatti è stato bloccato da alcuni stati Usa con la motivazione che discrimina e provoca danni economici, ma l'amministrazione Trump è subito ricorda in Appello annunciando di voler arrivare fino in fondo alla questione.

Dopo la conclusione dell'udienza della Corte d'appello federale di San Francisco davanti alla quale sono apparsi i legali degli Stati di Washington e del Minnesota e quelli della Casa Bianca, le parti hanno già annunciato che in caso di decisione loro avversa ricorreranno al massimo organo  della giustizia statunitense. La decisione della Corte d'appello di San Francisco arriverà probabilmente in settimana come hanno fatto capire i giudici chiudendo l'udienza e affermando: "Prenderemo una decisione il prima possibile".

Durante il dibattimento, i legali dell'accusa hanno sostenuto che il bando sui musulmani firmato da Donald Trump causa "danni irreparabili, discrimina per religione e provoca anche danni economici elevatissimi perché c'è anche una perdita sul fronte delle entrate fiscali". "Uno stato non ha il diritto costituzionale di sfidare un divieto come quello varato dal presidente Donald Trump. Che non è un bando verso i musulmani ma un provvedimento per la sicurezza nazionale" hanno sostenuto invece i legali del Dipartimento di giustizia americano.

La Corte d'appello dovrà ora decidere se il presidente Trump abbia ecceduto nella sua autorità violando la Costituzione  o se i provvedimento sia effettivamente nelle sue prerogative. Entrambe le parti poi potranno ricorrere alla Corte Suprema dove però in caso di parità tra giudici si potrebbe arrivare ad uno stallo

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