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Opinioni

Mps in 5 sedute ha recuperato il 57% in borsa, tutto ruota attorno all’aumento

Mps rimbalza del 57% in settimana dopo aver toccato i minimi storici venerdì scorso. Fanno bene al titolo la presentazione di un “piano B” alternativo a quello elaborato da Jp Morgan e Mediobanca per il rafforzamento patrimoniale dell’istituto e le voci di un interesse di alcuni grandi investitori. Tutto ruota attorno al futuro aumento di capitale…
A cura di Luca Spoldi
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Mps, che settimana! Se aveste provato a comprare mille azioni venerdì scorso avreste speso 172,3 euro: stasera gli stessi titoli valgono 270,5 euro (un livello che non si vedeva da inizio agosto), con un guadagno del 57%, che in un’epoca in cui un Bot a 12 mesi, un tempo l’investimento “più amato dagli Italiani” propone un tasso negativo dello 0,238% è un guadagno per il quale il rischio vale la candela.

Certo, in questo caso il titolo, su cui la Consob ha vietato di operare allo scoperto per difenderlo dalla speculazione, è rimbalzato dai minimi storici, toccati appunto venerdì scorso, e resta a livelli infimi rispetto anche solo agli 1,737 euro per azione del 28 ottobre dello scorso anno, quando mille azioni valevano dunque 1.737 euro, circa l’85% in più di adesso (per recuperare il quale occorre fare un +542% dai livelli attuali), eppure un recupero di queste dimensioni è raro a vedersi anche in borsa, tanto più con volumi a loro volta in impennata: si è passati dai 20-30 milioni di azioni scambiate (lo 0,7%-1% del capitale) ai quasi 350 milioni di stasera (poco meno del 12% del capitale).

Perché tanto interesse per Mps dopo tanti mesi di crisi borsistica e non solo? Per due motivi: anzitutto l’ex numero uno di Intesa Sanpaolo (ed ex ministro dello Sviluppo Economico del governo Monti), Corrado Passera, ha presentato un nuovo “piano B” di rafforzamento patrimoniale dopo che una prima proposta che lo scorso luglio non era stata neppure presa in esame dal Cda e questa volta il Cda ha preferito avviare un’analisi.

Inoltre l’amministratore delegato di Mps, Marco Morelli (subentrato poche settimane fa a Fabrizio Viola per presunti contrasti di quest’ultimo col Tesoro, di fatto in questo momento storico azionista “di riferimento” di Mps col 4% del capitale) e gli advisor Jp Morgan e Mediobanca sembrano aver trovato finalmente investitori pronti a valutare una partecipazione all’aumento di capitale (si parla del fondo americano BlackRock e di uno o più fondi sovrani medio orientali).

In sostanza il mercato scommette sul superamento della crisi di Mps, che ha già iniziato a vedere una svolta a livello di risultati operativi correnti, ma sconta ancora un peso elevato di sofferenze e crediti deteriorati figli di precedenti gestioni, grazie alla possibilità di varare vuoi il piano presentato originariamente da Fabrizio Viola, vuoi il nuovo “piano B” presentato da Corrado Passera. I due piani differiscono sostanzialmente per l’importo dell’aumento che dovrà essere sottoscritto dal mercato, ossia da fondi, assicurazioni e piccoli investitori, oltre che per l’ammontare di sofferenze da cartolarizzare.

Jp Morgan e Mediobanca sono al lavoro per trovare fino a 5 miliardi di euro, con la speranza che alcune operazioni di “liabilities management” e l’eventuale conversione dei bond subordinati in mano agli investitori istituzionali (ipotesi presente anche nel primo “piano B” che Passera presentò a luglio) possano ridurre di un miliardo circa tale massimo.

Il nuovo piano dell’ex banchiere e ministro parla di 3-3,5 miliardi da chiedere al mercato e 1-1,5 miliardi da reperire tramite un aumento riservato a un nucleo di investitori tra cui i fondi di Bob Diamond, ex numero uno della banca britannica Barclays, dettosi di recente interessato a rilevare partecipazioni in banche del vecchio continente.

La proposta di Passera, che alza a 32 miliardi le sofferenze di cui alleggerire il bilancio di Mps (contro i 27,7 miliardi previsti dal “piano A”) sembrerebbe meno impegnativa per i piccoli investitori, quella a cui lavorano Jp Morgan e Mediobanca potrebbe piacere di più al Tesoro che eviterebbe l’ingresso nel capitale di soci non graditi (e forse la nomina dello stesso Passera a presidente operativo della banca).

Sullo sfondo i portatori dei bond subordinati, quelli che in caso di fallimento di ogni ipotesi di ricapitalizzazione e attivazione delle clausole di “bail-in” rischierebbero di veder convertito in azioni il proprio capitale con conseguente perdita pressoché totale dello stesso, sembrano i più soddisfatti.

Infatti sia che conversione dei bond subordinati avvenga, a prezzi tali da convincere chi detiene i bond a convertirli in azioni (quindi con un premio rispetto alle quotazioni correnti dei bond e/o con uno sconto rispetto a quelle delle azioni), sia che la conversione non avvenga, il rafforzamento di Mps diminuisce il rischio “bail-in” e giustifica un re-rating di tali bond, che a Piazza Affari hanno infatti recuperato tra il 7% e l’8% nel corso di questa settimana.

Nel frattempo la capitalizzazione di mercato di Mps è risalita dai 500 milioni toccati venerdì scorso a 700 milioni e l’aumento appare ora sia pur di poco meno “pesante”. Basterà a convincere le banche chiamate a far parte del consorzio di collocamento a garantire la sottoscrizione dell’eventuale inoptato, ovvero a far scattare un interesse tale per il titolo che l’aumento stesso verrà in buona parte sottoscritto dagli investitori privati?

E’ ancora presto per dirlo, anche perché sullo sfondo permane il “rischio referendum”, ma Marco Morelli inizia a incrociare le dita e si prepara a presentare lunedì prossimo al Cda della banca il piano industriale aggiornato, che conterrebbe altri 1.600 esuberi (200 più di quanti previsti in estate) che si sommerebbero ai 1.400 già previsti dal precedente piano industriale.

Il governo è comunque pronto a dare una mano e avrebbe deciso di stanziare altri 500 milioni di euro in tre anni come contributo al fondo esuberi per il settore bancario, che in questo arco di tempo prevede un dimagrimento del personale di 25 mila unità.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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