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Mozzarella di bufala contraffatta: arrestate 13 persone nel casertano

Gli inquirenti hanno scoperto che il caseificio Cantile avrebbe acquistato quote di latte e cagliata, spesso scadenti – provenienti da Francia, Polonia e Ungheria – che facevano risultare italiane alterandone i documenti di trasporto.
A cura di D. F.
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La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha scoperto una truffa ai danni dei consumatori effettuata dal caseificio Cantile che, secondo l'accusa, avrebbe acquistato quote di latte e cagliata, spesso scadenti – provenienti da Francia, Polonia e Ungheria – che facevano risultare italiane alterandone i documenti di trasporto. Il latte di bufala inoltre veniva miscelato al latte vaccino violando le discipline del ministero per le Politiche agricole a tutela della mozzarella di bufala con marchio Dop. Gli inquirenti hanno emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confrnti di 13 persone, accusate di associazione a delinquere, commercio di sostanze alimentari nocive e smaltimento illecito di rifiuti.

L'inchiesta ha preso il via in seguito a un incidente sul lavoro del 20 febbraio del 2011, quando un operaio perse le dita di ua mano. L'incidente, denunciato come fortuito, nascondeva invece la manomissione di una macchina dal quale, per aumentare la produzione, erano stati eliminati i sistemi di sicurezza per gli operatori. Le indagini, basate in primo luogo su intercettazioni telefoniche, si sono poi concentrate su alcune condotte illecite che sono risultate attuate dalla ditta Cantile.

La Procura ha così scoperto – come si legge in una nota – "un'autentica associazione per delinquere al cui vertice vi erano Guido Cantile, dominus di uno dei più importanti caseifici di mozzarella di bufala campana Dop del casertano, e i suoi due figli, Pasquale e Luigiantonio, con il contributo fattivo di alcuni dipendenti e collaboratori dell'azienda e con la complicità e la connivenza di veterinari dell'Asl". L'organizzazione aveva messo in piedi, nel corso degli anni, un sistema collaudato che aveva consentito alla Cantile di raggiungere importanti traguardi economici a discapito delle più elementari norme di sicurezza dei lavoratori e di tutela della salute pubblica.

Più nel dettaglio, l'inchiesta ha accertato che la mozzarella venduta dalla Cantile soprattutto in importanti catene di distribuzione francesi, aveva subito delle adulterazioni alimentari. Il latte e le materie prime acquistate all'estero non venivano sottoposte a controlli sanitari idonei, grazie alla compiacenza delle due biologhe dipendenti del caseificio e venivano impiegati nel ciclo produttivo benché alterati.

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