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Chi sono i due italiani arrestati a Il Cairo alla manifestazione di protesta per Gaza

Diverse persone sono state arrestate durante una manifestazione sulle violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza e in altre zone di conflitto. Tra loro Lina Aly e Mohammed Farag. “È una retata fra le donne che difendono i diritti umani”, dice Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International.
A cura di Biagio Chiariello
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Lina Aly e Mohammed Farag, due cittadini italiani di origini egiziane, sarebbero stati arrestati nel pomeriggio a Il Cairo, in Egitto, mentre partecipavano a una manifestazione sulle violazioni dei diritti umani (delle donne, in particolare) nella Striscia di Gaza e in Sudan. A riferirlo è Amnesty International Italia.

"Numerose persone sono state arrestate oggi dalle forze di sicurezza egiziane mentre al Cairo di fronte alla sede di UN Women Arabic manifestavano solidarietà alle donne di Gaza e del Sudan. Tra le persone arrestate – si legge sul profilo X dell'associazione – due, Lina Aly e Mohammed Farag, hanno doppia cittadinanza, anche italiana".

Oltre a Mohammed Farag (giornalista egiziano sposato con una cittadina italiana) e Lina Aly, sono stati fermati anche 12 attivisti (quasi tutte donne) per i diritti umani noti in Egitto e all'estero: Lubna Darwish, Mahienour Al-Masry Rasha Azab, Ragia Omran, Farida Al-Hafni, Asmaa Naim, Mai Al-Mahdi, Iman Aouf, Yousra Al-Kalisli, Hadeer Al-Mahdawi, Arwa Marei, Israa Youssef, Youssef Shaaban.

Alla manifestazione erano presenti anche  giornaliste, avvocati e volti noti di organizzazioni non governative e società civile. La protesta era stata proclamata in segno di solidarietà con le donne più penalizzate nelle zone di guerra (non solo Gaza), e si stava svolgendo in forma pacifica.

"È una retata fra le donne che difendono i diritti umani più note in Egitto e questo ci dimostra quello che accade quando scende in piazza la società civile, anche in difesa di cause che ufficialmente il governo egiziano dice di apprezzare", ha commentato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International.

Prima degli arresti, alcuni rappresentanti della protesta erano entrati negli uffici delle Nazioni Unite per incontrare il personale e rilasciare un comunicato.

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