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Minniti: “La sicurezza è di sinistra. I populismi si battono ascoltando le paure dei cittadini”

Il ministro dell’Interno Marco Minniti sostiene che in questo preciso momento storico sia necessario porre un argine ai populismi ascoltando le paure dei cittadini: “La sicurezza è di sinistra. Noi riformisti dobbiamo ascoltare chi ha paura. I populisti approcciano la paura con l’idea di mantenerla. Per questo, quindi, la sicurezza deve essere un intervento sulla quotidianità e, allo stesso tempo, un progetto di lunga lena che deve consentire alla grande maggioranza di vivere in libertà”.
A cura di Charlotte Matteini
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Il ministro dell'Interno Marco Minniti torna a parlare di sicurezza e a sostenere che le politiche interventiste siano "di sinistra", nonché un argine al contenimento della paura dei cittadini che porta al rafforzamento dei populismi. "La sicurezza è di sinistra. Noi riformisti dobbiamo ascoltare chi ha paura. I populisti approcciano la paura con l’idea di mantenerla. Per questo, quindi, la sicurezza deve essere un intervento sulla quotidianità e, allo stesso tempo, un progetto di lunga lena che deve consentire alla grande maggioranza di vivere in libertà", spiega il titolare del Viminale.

"La sicurezza è più importante per i deboli che non per i ricchi", prosegue Minniti. "Perché se uno coi soldi ha un problema, se lo risolve da solo, con la guardia privata o blindando la casa. Non so se quello che sto facendo funzionerà, ma posso garantirvi che ogni mossa risponde a una strategia più ampia". La strategia di Minniti è formata da due differenti e distinte parti, che coniugano accoglienza e politica estera: per il ministro dell'Interno, infatti, è necessario dialogare con entrambe le fazioni politiche libiche, di Tobruk e di Tripoli, per stabilizzare il Paese e dunque arrivare a porre un freno all'emorragia migratoria. Dall'altro lato, però, secondo Minniti è anche necessario rilanciare le istituzioni nazionali e sovranazionali, avvicinare nuovamente lo Stato ai cittadini e all'Unione europea e all'Onu. "Il solo modo di rilanciarle è dar loro più potere. Tuttavia, per avvicinarle ai cittadini si pone la necessità di innestare una forte agenda nazionale. La classe dirigente deve ascoltare la voce del disagio senza girarsi dall’altra parte. Un luogo, una qualunque piazzaha bisogno della polizia, ma anche dell’illuminazione, delle politiche sociali, dello sviluppo urbanistico, ma soprattutto ha bisogno che quella piazza sia vissuta", spiega Minniti.

Per quanto riguarda l'accoglienza, Minniti sostiene debba essere il più possibile diffusa sul territorio: "Più diffusa è, meglio è; l’accoglienza con piccoli numeri e non con grandi centri crea più propensione all’integrazione. Chi non si integra è più esposto al fenomeno della radicalizzazione, dunque al terrorismo. Gli attentatori che hanno colpito l'Europa nel corso di questi mesi sono figli della mancata integrazione nella nostra società. Ogni democrazia che si rispetti accoglie chi ha bisogno in piena trasparenza, fa rispettare le leggi, coopera".

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