145 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Militanti Isis decapitano ostaggio tedesco nelle Filippine. Il Ministro: “Forse era malato”

Jurgen Gustav Kantner ucciso dai jihadisti di Abu Sayyaf. Lo scioccante omicidio è stato filmato. Il ministro filippino degli Esteri, Perfecto Yasay, ha poi spiegato che l’uomo potrebbe essere stato trucidato “perché malato”.
A cura di Antonio Palma
145 CONDIVISIONI
Immagine

Germania sotto shock in queste ore dopo la tragica notizia dell'uccisione di Jurgen Gustav Kantner, lo skipper 70enne rapito a novembre nel sud delle Filippine, nei pressi dell’isola Laparan, e finito in mano agli uomini di un gruppo estremista islamico locale affiliato all'Isis, Abu Sayyaf. Come in un rituale macabro a cui ormai ci hanno abituati, i jihadisti lo hanno decapitato tagliandogli la gola con un grosso machete, filmando l'intera scena e pubblicando poi la terribile sequenza del video online su alcuni siti della galassia jihadista. Nelle crude immagini si vede Kantner con le mani legate dietro la schiena e in ginocchio in una radura con un militante mascherato dietro di lui che si avvicina con un coltello e compie l’esecuzione.

Tuttavia a distanza di qualche ora dalle scioccanti omicidio, il ministro filippino degli Esteri, Perfecto Yasay, ha precisato che l'ostaggio potrebbe essere stato ucciso "perché malato", secondo quanto riferito dalla Reuters. Parlando a margine del Consiglio dei diritti umani a Ginevra, Yasay ha aggiunto che le Filippine stanno ora cercando di capire la posizione degli ostaggi rimanenti, confermando la sua politica del "no al riscatto".

Secondo un rapporto della polizia citato da alcuni media locali, l'esecuzione sarebbe avvenuta nel zona di Indanan, nella provincia di Sulu, a 1500 chilometri a sud della capitale Manila. L'esecuzione è avvenuta tra domenica e lunedì dopo la scadenza dell'ultimatum per il pagamento di un riscatto di 30 milioni di pesos filippini circa 600mila dollari che Abu Sayyaf aveva chiesto.  "Siamo addolorati e condanniamo la barbara decapitazione di un’altra vittima di rapimenti”, ha scritto un rappresentante governativo filippino  in un comunicato pubblicato su Facebook, aggiungendo: "Fino all’ultimo momento, in molti tra cui le forze armate filippine hanno tentato tutto il possibile per salvargli la vita. Abbiamo tutti fatti del nostro meglio, ma invano”.

Jurgen Gustav Kantner era stato rapito mentre si trovava con la moglie sulla sua barca con la quale amava girare il mondo. I due erano stati già rapiti dai pirati in Somalia ma poi liberati dopo un riscatto. La donna, la 59enne Sabine Merz, fu uccisa dai terroristi filippini durante l’attacco alla loro barca a vela con un colpo di arma da fuoco. Subito dopo il rapimento il gruppo terroristico chiese un riscatto record di 10 milioni di dollari ma poi ridotto considerevolmente. nie mesi successivi. Il governo locale però si è sempre rifiutato di trattare con Abu Sayyaf attuando una rigorosa politica di non negoziazione con i terroristi.

Creato negli anni '90 da veterani della guerra in Afghanistan contro l’Unione sovietica, Abu Sayyaf è un gruppo terroristico responsabile di numerosi attentati e sequestri, attraverso i quali si finanzia. Dopo aver giurato fedeltà allo Stato islamico nel 2016, ha intensificato la sua attività sequestrando decine di persone tra Filippine e Malesia.  È responsabile della morte dei canadesi John Ridsdel e Robert Hall, anche loro decapitati dopo che erano saltati i negoziati per la liberazione. Attualmente, secondo le autorità del Paese, il gruppo ha in mano 20 ostaggi

145 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views