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Maroni: “Berlusconi ancora candidato premier? Vorrebbe dire perdere, schiantarsi”

Il governatore della Lombardia si è detto certo che si tornerà alle urne già il prossimo anno: “Renzi ha messo in campo una spinta di rinnovamento ineludibile perciò Berlusconi deve lanciare le primarie del centrodestra in autunno per il candidato premier”.
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A cura di Davide Falcioni
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Malgrado manchino ancora 4 anni, sempre se non ci saranno "sorprese", nel centrodestra è già tempo di parlare di chi sarà il candidato leader nel 2018, quando cioè si terranno le prossime elezioni politiche. Salvo, ovviamente, che il governo non vada in crisi prima e il Presidente della Repubblica non decida di sciogliere le camere. Ebbene, a margine della conclusione della 25esima edizione della Berghem Fest è stato Roberto Maroni, governatore della Lombardia, a porre un pesante veto sulla candidatura di Silvio Berlusconi alle eventuali primarie di coalizione. L'ex Cavaliere, rivitalizzato dopo l'assoluzione in appello nel processo Ruby, sarebbe ancora considerato da molti come l'uomo più credibile. Maroni, però, sull'ipotesi è perentorio: "Non possiamo pensare che Berlusconi si ricandidi nel 2018 come candidato premier del centrodestra". Poi il governatore della Lombardia ha motivato: "Non sarebbe possibile, vuol dire perdere, vuol dire schiantarsi".

Roberto Maroni, insomma, pone un pesantissimo veto su Berlusconi e anzi rilancia: "Renzi ha messo in campo una spinta di rinnovamento ineludibile perciò Berlusconi deve lanciare le primarie del centrodestra in autunno per il candidato premier”. Come mai questa fretta? “C’è il rischio che il prossimo anno si voti per le politiche”, sostiene il numero uno del Pirellone.

Riina: "Berlusconi dava 250milioni ogni sei mesi a Cosa Nostra"

Nei giorni scorsi Berlusconi è però finito al centro di ben altre vicende. Il boss della Mafia Totò Riina, detenuto in regime di carcere duro a Milano, ha confidato al compagno detenuto durante l'ora d'aria che il Cavaliere pagava periodicamente Cosa Nostra. Si tratta, va specificato, di dichiarazioni che vanno verificate dagli inquirenti ma che nel frattempo hanno destato scalpore: “A noialtri ci dava 250 milioni ogni sei mesi. E' venuto, ha mandato là sotto ad uno, si è messo d’accordo, ha mandato i soldi a colpo, a colpo, ci siamo accordati con i soldi e a colpo li ho incassati”.

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