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Malata di tumore si ribella all’Inps e vince, niente più visita fiscale ai malati gravi

Dopo aver fatto la chemio sta male e non apre la porta a un controllo Inps così viene convocata. Si infuria e denuncia tutto su facebook, grazie a lei ora è stato varato un “protocollo” per evitare le visite fiscali ai malati certificati.
A cura di Antonio Palma
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Era il maggio scorso quando Chiara Dossi, una sociologa di Arco in provincia di Trento, si vede recapitare a casa una lettera dell'Inps che le intima di presentarsi all'ufficio centrale di Trento perché quando i medici dell'Ente hanno bussato alla sua porta per una visita fiscale nessuno ha aperto. "E per forza non li ho sentiti" si sfoga la donna, raccontando: "Vengono a casa mia per una visita fiscale mentre vomito l’anima perché ho fatto una chemio due giorni prima e di solito i due tre giorni successivi li passo abbracciando la tazza del cesso o, in alternativa, il cuscino". Chiara infatti è costretta da mesi a combattere contro un tumore, un linfoma di Hodgkin diagnosticato a febbraio, e per questo si sottopone a cicli di chemio e radioterapia che la debilitano e non le permetto certo di lavorare. All'inps però non sembrava importare. "Mi hanno intimano di presentarmi a Trento. Cinquanta minuti di macchina da casa… e io non uscivo da giorni per i postumi della chemio… Mi sono infuriata. Ma come? Ho un linfoma che non mi dà tregua e tu mi ordini di venire da te a giustificarmi se non ti ho aperto la porta!" ha raccontato la donna la Corriere della Sera, aggiungendo: "Come può ritrovare un po’ di normalità una persona nelle mie condizioni che per il timore di una vista fiscale non può nemmeno uscire a passeggiare un po’ dopo che è stata da schifo per via della chemio?".

Chiara però ha deciso di denunciare tutto su facebook e ingaggiare una battaglia con gli uffici locali dell'Inps che però hanno subito capito il problema. Alla fine non solo hanno accolto le sue ragioni ma avviato anche un protocollo con il suo nome che prevede uno stop alle visite fiscali per i malati gravi. Dopo aver scritto un messaggio su Facebook, infatti, il suo caso ha avuto ampia diffusione ed è stato preso a cuore dai tecnici dell'istituto che hanno trovato subito una soluzione. Per ora in Trentino il protocollo evita i controlli medici domiciliari ai pazienti con malattie gravi documentate (come i malati oncologici) e il cui stato avanzato della malattia o le terapie impediscono loro di lavorare. Il cosiddetto "protocollo Chiara” presto però potrebbe diventare anche una legge nazionale, perché la sua storia è arrivata fino a Roma al Parlamento nazionale ed è in preparazione un decreto legge .

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