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Lampedusa, incendio nel centro d’accoglienza. Fermati 4 migranti, temevano il rimpatrio

Ad appiccare l’incendio sarebbero stati un gruppo di tunisini, dopo che si era diffusa la voce di un loro possibile rimpatrio coatto in aereo. Il sindaco Nicolini: “Con gli hotspot sono più i respinti e i rimpatriati che gli accolti, tutto questo genera la sofferenza nelle strutture”.
A cura di Claudia Torrisi
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Ieri sera, intorno alle 22 e 30, un incendio è divampato in un padiglione del Centro di primo soccorso e accoglienza di Lampedusa, in contrada Imbriacola. La struttura funge anche da Hotspot. Le fiamme, domate dalle squadre dei Vigili del fuoco presenti nel Cpsa, sono state visibili da tutta l'isola. Nessuno dei 517 migranti ospitati all'interno della struttura risulta ferito.

Il rogo sembrerebbe essere di origine dolosa: ad appiccare l'incendio sarebbero stati un gruppo di tunisini. Quattro di loro sono stati fermati mentre si allontanavano dal padiglione in fiamme. Secondo la ricostruzione fatta da alcuni media, i migranti avrebbero dato fuoco alla struttura dopo che si era diffusa la voce di un loro possibile rimpatrio coatto in aereo. Non è la prima volta che si verifica un episodio del genere. Lo stesso padiglione andanto a fuoco ieri notte, era già stato completamente distrutto da altri due incendi dolosi appiccati da ospiti del centro in seguito a una rivolta, nel 2009 e nel 2011, e poi interamente riscostruito.

Secondo il sindaco dell'Isola, Giusi Nicolini, la struttura è adesso "inutilizzabile e si prevedono nuovi disagi, dovrebbero essere effettuati nuovi lavori di ripristino all'interno. Anche stavolta, ad appiccare il fuoco sarebbero stati dei migranti tunisini che non vorrebbero essere rimpatriati, quindi non rifugiati o richiedenti asilo. Per fortuna non c'è stato nessun ferito". Per Nicolini "con gli hotspot sono più i respinti e i rimpatriati che gli accolti e, tra questi, solo alcune nazionalità possono accedere alla relocation. Tutti gli altri sono destinati a rimanere in Italia, mentre vorrebbero raggiungere i paesi dell'Europa del nord. Tutto questo genera la sofferenza nelle strutture". Nel caso particolare dell'incendio di ieri notte, ha aggiunto, "pare sia stato dolosamente appiccato da tunisini appena arrivati sull'isola. Ricordo che i tunisini sono rimpatriabili nel giro di poche ore".

Nell'isola e nel centro nelle ultime settimane si erano verificati momenti di forte tensione. Un gruppo di profughi, soprattutto eritrei e yemeniti, si rifiutava di sottoporsi alle procedure di identificazione e al rilascio delle impronte digitali. Alcuni di loro hanno manifestato nella piazza principale, protestando con uno sciopero della fame e della sete durato quattro giorni.

Ieri mattina a Lampedusa c'erano stati altri due sbarchi. In mattinata un gruppo di quattordici tunisini a Cala Galerna; mentre altri trentacinque erano stati intercettati dalla Guardia Costiera al largo dell'isola.

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