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La laurea non serve più a nulla (o quasi)

Almalaurea afferma che l’efficacia del titolo universitario è in calo rispetto alla precedente rilevazione. L’indice di efficacia rappresenta l’utilizzo delle competenze acquisite durante gli studi e la necessità del titolo per il lavoro svolto.
A cura di Susanna Picone
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Cattive notizie per chi ha scelto di studiare all’università per conquistare un titolo di laurea: quel titolo, spesso figlio di sacrifici non indifferenti, probabilmente in futuro non darà nulla, o quasi. Stando, infatti, ai dati forniti da Almalaurea, il consorzio interuniversitario nato per raccordare università e mondo del lavoro, l’efficacia della laurea risulta in calo rispetto alla precedente rilevazione. L’indice di efficacia considera l’utilizzo delle competenze acquisite durante il percorso di studi e la necessità del titolo per il lavoro svolto. Almalaurea, nello specifico, afferma che a un anno dalla laurea il titolo è almeno efficace (equivale a dire molto efficace o efficace) per 49 triennali su cento e cioè quasi due punti percentuali in meno e per 44 laureati specialistici su cento (un dato invariato). In calo anche l’efficacia del titolo di studio tra gli specialistici a ciclo unico (75.5%, meno 5 punti). Almalaurea spiega inoltre che l’efficacia del titolo risulta significativamente in calo se il confronto avviene rispetto alla rilevazione 2008 (-9 punti tra i triennali, -7 tra gli specialistici, oltre 14 punti in meno per il ciclo unico). Per le lauree specialistiche, 49 occupati su cento a tre anni dal titolo afferma che questo risulta molto efficace o efficace (valore lievemente in calo rispetto alla precedente indagine). I livelli di efficacia tendono ad aumentare tra uno e tre anni dal conseguimento del titolo. I laureati a ciclo unico mostrano livelli di efficacia del titolo che superano l’85% degli occupati, valore che, anche se in calo rispetto alla rilevazione dello scorso anno, risulta in aumento di circa 2 punti percentuali rispetto a quando gli stessi laureati furono indagati a un anno.

Tendenzialmente in calo anche l’efficacia del titolo di secondo livello a un anno dal termine degli studi: l’efficacia risulta in particolar modo accentuata tra i dottori di architettura (per il 59% è almeno efficace), ingegneria (57%) e chimico-farmaceutico (54%). Inferiore alla media, invece, tra coloro che hanno una laurea in scienze politiche, psicologia, lettere e nelle professioni sanitarie. In questi casi le percentuali sono inferiori al 35%. L’indagine di Almalaurea dice inoltre che l’efficacia del titolo aumenta a tre anni dal conseguimento: il 49% degli occupati dichiara infatti che la laurea è almeno efficace (in diminuzione di un punto). A cinque anni dalla laurea l’efficacia risulta ulteriormente migliorata (per 55 laureati su cento) e in aumento di 4 punti rispetto a quando furono intervistati a un anno dal titolo. Dopo un anno dal conseguimento del titolo, 39 occupati su cento utilizzano le competenze acquisite durante il percorso di studi in misura elevata, 42 su cento dichiarano di farne un utilizzo ridotto. Ciò significa che 19 laureati su cento (+1 punto) ritengono di non sfruttare assolutamente le conoscenze apprese nel corso del biennio specialistico.

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