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International No Mafia Museum a Catania: diamo un calcio alla mafia!

L’idea è di Rosangela Arcidiacono, una giovane e brillante siciliana che ha ideato il progetto del “No Mafia Museum”: location “Le Ciminiere” di Catania, 25 posizioni lavorative aperte, inaugurazione prevista per la fine del 2015. Ecco di cosa si tratta…
A cura di Fabio Giuffrida
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International No Mafia Museum, così si chiama il gioiellino creato da Rosangela Arcidiacono, specializzata in Management di Beni Culturali, che ha deciso di passare dalle parole ai fatti. Tutto è cominciato otto anni fa quando la Arcidiacono si trovava all'Aeroporto di Catania: "All'improvviso un turista ha chiesto se ci fosse un souvenir sulla mafia". Una richiesta bizzarra che, ancora una volta, mette in luce come in tutto il mondo venga identificata la Sicilia come "terra di mafia"; la Arcidiacono, allora, con il desiderio di riscattare la sua terra, ha lasciato Londra per buttarsi in un progetto rivoluzionario: il No Mafia Museum. "Vogliamo dimostrare che si può vivere serenamente senza la mafia, vogliamo raccontare al mondo che siamo in grado di fare grandi cose, siamo in grado di produrre, dare posti di lavoro, creare uno spazio di arte, cultura e formazione senza scendere a compromessi, senza scorciatoie". Obiettivo del No Mafia Museum è costruire una società civile emancipata e immunizzata dal virus della mafia: "Vogliamo superare la necessità dialettica mafia/antimafia, definendo invece una visione del mondo basato su principi etici e civili che trovino la propria ragione di essere in se stessi".

La No Mafia è un modus vivendi che che non tiene conto della mafia per il proprio agire

Attenzione a non confonderla con l'antimafia: il compito di combattere il fenomeno mafioso è senza dubbio dei magistrati e delle forze di polizia i quali, però, non possono operare proficuamente se non supportati dai cittadini, dalle denunce, dalle segnalazioni, da chi decide di ribellarsi. La No Mafia è un pensiero antitetico a quello della mafia, è ciò che esiste al di là della mafia, a prescindere dalla mafia e che non tiene conto della mafia per il proprio agire. La No Mafia deve diventare il primo tassello di una cultura che "vive e si nutre di elementi sani come se la mafia non potesse intervenire per inficiarne la realtà, il valore e la consistenza". La No Mafia è un modus vivendi e con questo non si vuole certamente asserire che la mafia non esista, anzi: "C'è sempre stata e c'è ancora, non vogliamo dimenticare cosa è accaduto, ci mancherebbe. Noi, però, siamo la terza via. Insomma, ragazzi, vedete un po' quanto di bello si può costruire senza la mafia. Possiamo fare cultura, aiutare le associazioni no-profit, creare start-up. La mafia non deve intaccare la nostra vita, si vive benissimo senza!". In una Sicilia, terra meravigliosa "stuprata" dal malaffare e da una cultura di stampo mafioso, "la mafia nel quotidiano crea un modello di pre-paura, un atteggiamento pre-omertoso di vaga disponibilità all'omissione". Ci vuole un cambiamento culturale; per fare un esempio spicciolo: è normale dover pagare un "posteggiare abusivo" per parcheggiare la propria auto? E' normale che, per trovare un posto di lavoro, bisogna vendere la propria dignità ai potenti di turno o, nel peggior dei casi, vendere il proprio voto? Bisogna creare una "massa culturale attiva contro la mafia" che sia fatta di valori quali il diritto, la democrazia, l'onestà, l'autostima, la condivisione e la collaborazione.

International No Mafia Museum, ecco il progetto definitivo

Dopo aver provato, invano – come ci confessa Arcidiacono – ad allestire un Museo a Palermo, la scelta è ricaduta su Catania: dopo mille peripezie, nella città dell'Elefante ha trovato un ottimo interlocutore, la Provincia, che si è subito attivata per dare una risposta tempestiva in merito all'affitto dei locali del Centro Fieristico Le Ciminiere. Noi di Fanpage.it siamo in grado di anticiparvi che la Nomos, questo il nome dell'associazione culturale che ha ideato il No Mafia Museum, sta seguendo l'iter burocratico con la Provincia per "partorire", finalmente, un progetto di portata internazionale. Nomos, dunque, pagando un regolare affitto per l'occupazione permanente del padiglione F1 delle Ciminiere, si occuperà anche della ristrutturazione di tutti gli spazi che, stando alle prime ipotesi, verranno allestiti in un anno e mezzo. Per la fine del 2015 il Museo dovrebbe essere operativo. "E' stata una lotta, ci abbiamo messo anni ma alla fine siamo riusciti ad avere una location. Legalmente si può ottenere tutto, non accettiamo favori e non ci fidiamo della politica. La Provincia ci ha mostrato sensibilità e interesse al progetto, tuttavia il percorso che porterà Nomos a gestire, eventualmente, gli spazi dovrà essere trasparente e dare la giusta interlocuzione ad eventuali altri soggetti che avessero elementi seri di progettazione e capacità di gestione per la stessa iniziativa" ha dichiarato Rosangela Arcidiacono.

Le sezioni e le attività del No Mafia Museum

Ci saranno 7 sezioni: archivio multimediale, storia della mafia, storia dell'antimafia, mostre temporanee, arte interattiva, arte contemporanea permanente e laboratori scolastici. Nell'archivio digitale, fruibile via web, sarà possibile connettere tutti gli archivi di soggetti pubblici e privati nazionali e internazionali, divenendo di fatto un centro di organizzazione e diffusione centralizzata della documentazione; grazie all'arte interattiva (10 sale in tutto), poi, i fruitori saranno coinvolti direttamente con percorsi sensoriali che faranno rivivere le sensazioni, le emozioni, i sentimenti, il dolore, l'angoscia, la paura che le vittime della mafia hanno provato sulla loro pelle. "La mafia vi dovrà fare ‘schifo'. Vogliamo creare un percorso sensoriale che vi rimanga dentro, una volta usciti dal Museo"  ha dichiarato la Arcidiacono. Tra le attività annesse al Museo spiccano: servizio di visita guidata, bar, ristorante, guardaroba, bookshop, utilizzo spazi museali h24 per eventi pubblici e privati, congressi, concerti, pubblicazioni, eventi speciali e rappresentazioni teatrali. L'obiettivo è quello di creare un centro di interesse turistico-culturale che generi flussi turistici e che sia economicamente autonomo, generando un indotto produttivo e migliorando il territorio siciliano in termini d'immagine internazionale.

No Mafia Museum non avrà finanziamenti pubblici e creerà nuovi posti di lavoro

Nella fase di start-up verranno ingaggiati 25 addetti ai lavori: partiranno, quindi, le selezioni per giovani siciliani, bravi e competitivi. Tra le figure che verranno ricercate spiccano quella del direttore generale ed artistico, del responsabile della comunicazione e del personale, ma anche allestitori ed educatori. Secondo lo studio di fattibilità, tra l'altro, sarà un progetto totalmente autonomo e non bisognoso di finanziamenti pubblici: basteranno, dunque, le quote associative, le entrate al museo, i servizi annessi e il fund raising presso soggetti privati, fondazioni bancarie e sponsor. Ci sarà, comunque, la possibilità di accedere a finanziamenti pubblici ordinari previsti per il sostegno delle attività culturali ed il fund raising presso enti pubblici sostenitori; in un anno, dunque, potrebbe essere raggiunto il cosiddetto "break even point", ovvero la piena autonomia economica. Il costo del biglietto dovrebbe aggirarsi intorno ai 7,50 euro per un afflusso stimato di circa 210 mila persone all'anno tra turisti, studenti e cittadini siciliani: "E' una stima conservativa che tiene conto di flussi turistici prudenti. Confessiamo di voler arrivare anche a 400-500 mila visitatori all'anno". Rebus sic stantibus, il "margine" (e non "utile", trattandosi di un'associazione culturale) sarà di 1 milione di euro in un solo anno: cifra che verrà reinvestita per dare nuova linfa al Museo e per sposare altri progetti meritevoli. L'appuntamento con "l'iniziativa culturale siciliana fatta dai siciliani per la Sicilia ma aperta al mondo" è per la fine del 2015!

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