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Travestito da donna, dalla finestra gettava banconote a minori per adescarli

Si tratta di un quarantenne sudamericano, residente a Reggio Emilia. L’aggancio avveniva tramite social network come Facebook o, più tradizionalmente, davanti all’uscita della scuola. L’uomo si era creato una sorta di alter ego femminile, che “pubblicizzava” tra gli adolescenti come una propria cugina disinibita. In realtà era lui che si travestiva, e pagava i ragazzini per convincerli.
A cura di C. T.
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pedofilia bambini adescati

Sarebbero centinaia gli adolescenti adescati in dieci anni da una quarantenne sudamericano, arrestato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia. L'aggancio avveniva tramite social network come Facebook o, più tradizionalmente, davanti all'uscita della scuola. Secondo gli investigatori impegnati nel'inchiesta coordinata dalla procura di Bologna deniminata "Lost innocence", risultano documentati "centinaia e centinaia di abusi commessi", anche se, fino a questo momento, le giovani vittime identificate sono trenta.

I Carabinieri hanno ricostruito come operava l'uomo. Si era creato una sorta di alter ego femminile, che "pubblicizzava" tra gli adolescenti come una propria cugina disinibita. Dalla finestra della propria abitazione – di fronte a una scuola – lanciava banconote ai ragazzini in uscita, inducendoli a salire in casa per consumare rapporti sessuali con la fantomatica "cugina". In realtà, una volta adescati, si rivelava essere lui – travestito – la persona da cui avrebbero ricevuto prestazioni sessuali. Secondo i carabinieri i ragazzini venivano anche costretti a guardare film porno.

Il quarantenne pagava i ragazzini con continue somme di denaro, più o meno elevate a seconda se risultava necessario superare le resistenze dei più sospettosi. Sempre in cambio di soldi, le giovani vittime venivano convinte a reclutare nuovi amici, per quella che pensavano essere una donna. Il giro di minori adescato era talmente vasto che, secondo gli investigatori, a volte si radunavano in fila sotto l’abitazione dell’orco in attesa del proprio turno, mentre il pedofilo li osservava dalla finestra.

Su Facebook il quarantenne utilizzava falsi profili femminili per corrompere i minorenni, ma frequentava anche diversi posti – parchi, aree sportive – in cui si inseriva nelle compagnie di ragazzini, e dopo aver selezionato il minorenne di suo gradimento, pubblicizzava la disinvoltura sessuale e le disponibilità economiche dell’inesistente cugina. Poi correva a casa, si travestiva, e apriva la porta al minorenne. Se il ragazzino si rendeva conto dell'inganno, veniva messo a tacere con una somma di denaro più alta.

La Procura di Bologna ha chiesto al gip un provvedimento restrittivo di natura cautelare in carcere, eseguito dai carabinieri di Reggio Emilia nei confronti del quarantenne, accusato dei reati di atti sessuali con minorenne, prostituzione minorile e pedopornografia. Gli inquirenti, comunque, temono che le vittime possano essere molto più numerose di quanto emerso finora.

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