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Ilaria Capua si dimette dal Parlamento: “Questione di credibilità e rispetto”

Accusata di “una pluralità di delitti di ricettazione, somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica, corruzione, zoonosi ed epidemia”, la scienziata Ilaria Capua è stata completamente assolta dalle accuse dopo un calvario giudiziario durato due anni, ma ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni da deputata e trasferirsi all’estero.
A cura di Charlotte Matteini
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Ilaria_Capua

Con una lunga lettera, pubblicata dal Corriere della Sera, la scienziata di fama internazionale Ilaria Capua ha rassegnato le proprie dimissioni dal Parlamento italiano e annunciato il proprio trasferimento negli Stati Uniti, dove da qualche tempo ha trovato una nuova occupazione. "Oggi rassegno le mie dimissioni da Deputato della Repubblica italiana. È stata una decisione sofferta e ponderata, che ho maturato nel tempo e che si è articolata intorno alla parola ‘rispetto'. Quando sono entrata alla camera dei Deputati ero una scienziata conosciuta e stimata per gli studi che avevo svolto in virologia, ero piena di buoni propositi e assolutamente determinata a sollecitare quei cambiamenti nel mondo della ricerca di cui l’Italia ha un disperato bisogno", scrive la virologa.

Andando avanti a leggere la sua lettera, la Capua racconta il calvario giudiziario che si è trovata a fronteggiare, suo malgrado, nonostante anni dopo sia stata approvata la sua completa estraneità ai fatti. "Dopo circa un anno dalla mia elezione sono stata travolta da una indagine giudiziaria risalente agli anni duemila (1999-2007) che mi accusava di reati gravissimi, uno dei quali punibile con l’ergastolo. È stato per me un incubo senza confini ed una violenza che non solo mi ha segnata per sempre, ma che ha coinvolto e stravolto anche la mia famiglia. L’effetto più devastante che queste accuse hanno avuto sul mio ruolo di parlamentare, è stato quello di aver minato la mia credibilità, ed è proprio in questo particolare della vicenda che entra in gioco la parola rispetto", prosegue la Capua.

Da stimata scienziata ad appestata. Dalle stelle alle stalle, come si suol dire. Una virologa che il mondo ci ha sempre invidiato – e che tuttora ci invidia, tanto che, nonostante la grana giudiziaria, all'estero l'hanno sempre difesa e subito le hanno offerto degli incarichi prestigiosi perché consci del valore della virologa. "Un parlamentare che non è credibile non è in grado di portare avanti con forza le istanze nelle quali crede. Il parlamentare che non è credibile viene attaccato, anche in maniera strumentale e le sue battaglie perdono energia vitale. Un parlamentare che non è credibile non viene preso sul serio. Nell’affrontare ogni giorno in questa Camera la mia nuova condizione di «persona non credibile», e oltretutto accusata di crimini gravissimi, ho vissuto sulla mia pelle per oltre due anni, come la mancanza di credibilità non mi stesse permettendo di portare avanti quello per cui mi ero impegnata con i miei elettori".

"Penso che se questo mio passaggio di vita come rappresentante del popolo italiano, lascerà un segno, non riguarderà la scienza o la ricerca. Riguarderà la giustizia. Quello che è successo a me accade troppo spesso in Italia, e potrebbe succedere a chiunque. In occasione di questo momento voglio dar voce a tutte le persone innocenti accusate ingiustamente, che attendono – impotenti, che la giustizia faccia il suo corso. Perché anche loro meritano rispetto", scrive, concludendo, la virologa nella sua lettera di dimissioni.

Una questione di rispetto e di credibilità, ma anche di giustizialismo e di gogna pubblica, che la Capua si è trovata a subire nonostante andasse ripentendo – lei, insieme a molti esponenti della comunità scientifica internazionale – che quelle accuse mosse dalla magistratura e dalla stampa non avevano alcun fondamento né giudiziario, tantomeno scientifico. 

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