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Il medico italiano colpito dall’Ebola è ormai guarito

Le condizioni cliniche del volontario siciliana che ha contratto il virus in Sierra Leone sono migliorate. Nell’ultimo bollettino medico dello Spallanzani non si parla più di farmaci, ma solo di “convalescenza in regime di isolamento”.
A cura di Biagio Chiariello
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Lascia trasparire tutto l’ottimismo che era mancato nelle ultime settimane, il bollettino medico odierno dell’Istituto Spallanzani di Roma sulle condizioni di salute del medico italiano di Emergency che aveva contratto l’Ebola dopo essere andato a combattere contro il famigerato virus in Sierra Leone. Le condizioni cliniche del paziente sono buone. Il paziente ha iniziato il periodo di convalescenza in regime di isolamento ospedaliero. Il prossimo bollettino medico è previsto lunedì 29 dicembre”, si legge nell’ultimo bollettino medico della struttura clinica romana. In pratica l’unico italiano finora colpita dall’Ebola è praticamente guarito. Del resto, già nei periodici aggiornamenti degli ultimi giorni era segnalato un significato miglioramento delle condizioni di salute del medico, tanto che il paziente era pure riuscito a mettersi in piedi da solo e a deambulare autonomamente. Quindi ora si parla esclusivamente di convalescenza, il termine che indica il periodo destinato al pieno recupero delle forze dopo la guarigione da una malattia.

Il caso del medico italiano colpito da Ebola

Il medico siciliano si trovava in Sierra Leone per assistere i malati di Ebola dal 18 ottobre, quando è stato contagiato. Come abbiamo avuto modo di capire negli ultimi mesi il contagio del virus in Africa è terribile, ma le previsioni sulla sua propagazione sono meno drammatiche del previsto secondo un nuovo studio messo a punto dall'università di Yale. Sino a settembre si pensava che il 250 per cento dei casi non venisse segnalato, secondo le ultime analisi dell'università statunitense la realtà sarebbe che per ogni malato ufficiale ce ne sono "solo" altri settanta nascosti. Questo vuol dire che l'epidemia, che ha una diffusione ben diversa dall'influenza, difficilmente raggiungerà gli scenari catastrofici di centinaia di migliaia di casi stimati in origine.

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