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Il fratello di Lo Porto: “Rivogliamo il corpo, vergognosa la Camera deserta”

“Gli Stati Uniti hanno sbagliato ma non se ne possono uscire con delle scuse. Vogliamo sapere cosa sia successo veramente. E rivogliamo il corpo di mio fratello”, dichiara Giuseppe, che poi critica i deputati che hanno praticamente disertato l’Aula durante le comunicazioni di Gentiloni.
A cura di Biagio Chiariello
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“Sono passati tre mesi dal raid americano, non so come sarà il corpo di mio fratello, se esista ancora. Qualsiasi cosa sia rimasta, anche un occhio, noi ne chiediamo la restituzione”. Sono parole amare quelle di Giuseppe Lo Porto, uno dei fratelli di Giovanni, cooperante rimasto ucciso in un attacco americano contro il terrorismo a gennaio scorso al confine tra Pakistan e Afghanistan. Il 41enne siciliano era stato rapito tre anni fa, mentre lavorava con la ong tedesca Welt HungerHilfe, impegnata nella ricostruzione dell'area messa in ginocchio dalle inondazioni del 2011. “Non sappiamo nulla su come sia avvenuto il riconoscimento di mio fratello, alla Farnesina abbiamo già detto che rivogliamo il corpo e penso che anche per il Governo questo sia un impegno”, ha aggiunto Giuseppe.

“Penso che il Governo prenderà come missione quella di riportare il corpo di mio fratello. In questi anni, siamo stati sempre in contatto quotidiano con la Farnesina: 365 giorni all’anno per tre anni, hanno sempre chiamato sia me che mia madre”. Giuseppe Lo Porto si rivolge poi agli USA. "Vogliamo la verità su quello che è successo. Qualcuno dovrà darci delle spiegazioni. Gli Usa hanno sbagliato ma non se ne possono uscire con delle scuse. Vogliamo sapere cosa sia successo veramente".

Barack Obama si è scusato dopo l’avvenimento. La stessa Casa Bianca ha cominciato a mettere in discussione le azioni dei propri droni. “Gli Stati Uniti forse hanno aspettato una conferma per dare la notizia e poi l'hanno divulgata. Qualcosa sarà andato male, di certo se Obama, il presidente della potenza mondiale per eccellenza, ha chiesto scusa, qualcosa sarà andato storto. Se gli Stati Uniti non attaccavano, mio fratello non sarebbe morto. Non sono stati i talebani a ucciderlo ma gli americani. Altrimenti Obama non avrebbe chiesto scusa", aggiunge il fratello della vittima.

Giuseppe Lo Porto critica poi i deputati italiani che hanno praticamente disertato l'Aula della Camera durante le comunicazioni del ministro Gentiloni sul caso dell’uccisione del fratello: "Al di là del fatto che sono il fratello di Giovanni, da cittadino italiano posso solo dire che è stato vergognoso assistere a un'aula del parlamento semivuota, con appena 40 persone che litigavano tra loro. Mi vergogno di essere italiano". "Le polemiche le fanno tra loro solo per questioni di potere. In tv litigano, alla Camera litigano, dovrebbero dare l'esempio. All'estero che immagine diamo di questo Paese? Facciamo ridere", conclude.

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