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I No Tav tornano in Val di Susa un anno dopo gli scontri: è ancora guerriglia

Nel giorno dell’anniversario dello sgombero di Chiomonte alcune centinaia di No Tav sono tornati nell’area del cantiere innescando nuovi scontri con le forze dell’ordine: petardi, sassi, lacrimogeni e idranti hanno portato al ferimento di due agenti.
A cura di Susanna Picone
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Nel giorno dell’anniversario dello sgombero di Chiomonte alcune centinaia di No Tav sono tornati nell’area del cantiere innescando nuovi scontri con le forze dell’ordine: petardi, sassi, lacrimogeni e idranti hanno portato al ferimento di due agenti.

Alcune centinaia di manifestanti No Tav (secondo la Questura di Torino erano in 200 di cui una quarantina a volto coperto, secondo il movimento invece erano 500) sono tornati ieri nell’area di Chiomonte, intorno alle reti che delimitano l’area dei lavori, a distanza di un anno dallo sgombero del presidio per celebrare quella che è diventata una data simbolo del movimento contrario al treno ad alta velocità Torino-Lione. È bastato poco perché gli animi dei manifestanti e delle forze dell’ordine si scaldassero e iniziassero i primi tafferugli: prima ci sono stati gli slogan contro gli agenti, poi il lancio di oggetti da parte dei No Tav e la risposta della polizia.

Pietre e petardi da un lato e lacrimogeni e idranti dall’altro, risultato della guerriglia è che un dirigente della questura è rimasto ferito, colpito da una pietra, e un agente ha riportato lesioni a un polso. I No Tav hanno anche tagliato qualche metro di rete del cantiere senza però riuscire ad entrare all’interno e a causa delle bombe carta, nei boschi della Val di Susa, si sono sviluppati anche alcuni principi di incendi che però sono stati spenti immediatamente. “A un anno di occupazione militare di Chiomonte siamo ancora qui, nella lotta, attivi come sempre e così si riparte, da Chiomonte, dal campeggio No Tav”, così scrivevano sui loro siti online per annunciare il loro ritorno: “Siamo pronti a resistere nel tempo, ci siamo attrezzati, alcune cose sono cambiate, altre no, non cambieranno mai”.

Questa mattina la situazione è tornata tranquilla ma l’episodio di ieri sera alimenta nuova tensione dopo gli scontri avvenuti lo scorso marzo e fa riaccendere le polemiche anche intorno al campeggio No Tav presente in Val di Susa che secondo alcuni va sgomberato: “Non si può continuare a tollerare questo andazzo per tutta l’estate”, ha dichiarato Stefano Esposito del Pd dopo i fatti di ieri sera.  Intanto, sul fronte giudiziario, fra qualche giorno, il 6 luglio, si aprirà il processo ai manifestanti arrestati lo scorso 26 gennaio.

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