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I curdi riconquistano Kobane: “L’Isis ha massacrato centinaia di civili”

I miliziani dello Stato Islamico sono fuggiti dalla città curda dopo aver compiuto una carneficina.
A cura di Davide Falcioni
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I combattenti curdi hanno ripreso il pieno controllo della città di Kobane, al confine tra Siria e Turchia: lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, sottolineando che i jihadisti sunniti sono stati costretti a ritirarsi. Lo Stato Islamico ha ucciso circa 200 persone nella zona, dall'inizio dell'ultima offensiva, giovedì scorso, quando una serie di attacchi kamikaze hanno messo a rischio la città curda, ripresa lo scorso gennaio dopo una battaglia lunga quattro mesi

Rami Abdel Rahman, direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, ha accusato lo Stato Islamico di aver compiuto uno dei suoi "peggiori massacri" in Siria. Sarebbero più di 120 i civili "giustiziati dall'Isis nelle loro case o uccisi dai razzi o dai cecchini del gruppo" a Kobane, altri in un villaggio situato nelle vicinanze e altri ancora sono stati ritrovati per strada in città". "Quando sono entrati a Kobane, i jihadisti hanno preso posizione in edifici agli ingressi a Sud-Est e a Sud-Ovest e hanno sparato contro qualsiasi cosa di muovesse. Sono entrati in città con l'intenzione di uccidere – ha aggiunto Rahman -. Corpi di civili, tra cui donne e bambini, sono stati trovati nelle case, molti nelle strade".

Secondo l'Osservatorio i miliziani dell'Isis "sapevano che non potevano rimanere e controllare la città visto il numero di forze curde. Sono andati solo per uccidere e infliggere una sconfitta morale ai curdi". In questo quadro la "mattanza" potrebbe non essere finita. Un giornalista originario di Kobane ha riferito che "almeno 70 civili sono stati presi in ostaggio" dai jihadisti. Arin Sheikhmos, un combattente curdo, ha accusato lo Stato Islamioco di aver compiuto "un massacro". "Ogni famiglia a Kobane ha perso ieri un familiare". Quella messa in atto da Daesh in questi giorni sarebbe dunque stata una sorta di "vendetta" nei confronti del popolo curdo.

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