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“Ho assistito al delitto”, l’amante incastra il marito della donna bruciata

Ad uccidere Maria Anastasi, la donna incinta di Trapani, è stato suo marito, Salvatore Savalli. I loro figli avevano già smentito il suo racconto, ora dopo un lungo interrogatorio è l’amante a fornire i dettagli del tragico omicidio e a dire che è stato lui a compierlo.
A cura di Susanna Picone
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Ad uccidere Maria Anastasi, la donna incinta di Trapani, è stato suo marito, Salvatore Savalli. I loro figli avevano già smentito il suo racconto, ora dopo un lungo interrogatorio è l’amante a fornire i dettagli del tragico omicidio e a dire che è stato lui a compierlo.

Sin dal ritrovamento del cadavere di Maria Anastasi, la 39enne incinta al nono mese uccisa e bruciata nelle campagne di Trapani, i sospetti sul probabile omicida della donna erano caduti sul marito, il coetaneo Salvatore Savalli che era stato arrestato. Lui ne aveva denunciato la scomparsa perché i loro tre figli, non vedendo tornare la madre a casa, avevano insistito e alle forze dell’ordine aveva raccontato delle storie che ripetutamente erano state smentite prima di tutto da quegli stessi figli ai quali era stata portata via la madre. Gli investigatori erano venuti a conoscenza di una relazione extraconiugale dell’uomo che da qualche tempo aveva portato a casa la sua amante alimentando tensione e liti con sua moglie. Ed è proprio quell’amante che, dopo un lunghissimo interrogatorio, non ha retto più e ha confessato di aver assistito al tragico delitto.

Il racconto dell'amante: prima la lite, poi Savalli l’ha colpita e ne ha bruciato il corpo – La donna che Savalli voleva far vivere sotto lo stesso tetto della moglie e dei figli ha raccontato agli investigatori di quel tragico mercoledì, quando Maria è ufficialmente scomparsa dalla circolazione. Erano le 19 circa quando lei, l’uomo e la vittima sono usciti a bordo dell’auto di lui, si sono diretti in contrada Zafarana, il luogo del ritrovamento del cadavere di Maria Anastasi. Dopo un litigio tra marito e moglie l’uomo avrebbe preso una vanga che teneva in macchina uccidendola, poi con una tanica di benzina ne ha bruciato il corpo. Attimi di una violenza inaudita avvenuta sotto gli occhi di quell’amante che sostiene di aver solo assistito al delitto.

Un omicidio premeditato? – La confessione della donna continua raccontando che, dopo l’omicidio, i due avrebbero fatto ritorno a casa non prima di effettuare diverse tappe necessarie per disfarsi delle armi del delitto e del telefonino della vittima. Quelli di Savalli e della sua amante erano rimasti a casa spenti, dettaglio che, insieme alla tanica di benzina e alla vanga conservati in macchina, avvalorano la tesi della premeditazione. La confessione della donna, secondo quanto si apprende, presenterebbe ancora molte lacune ma gli investigatori ritengono lei abbia avuto un atteggiamento collaborativo. Alcuni dei dettagli da lei forniti che incastrano l’uomo erano stati già confermati dai figli della coppia: uno di loro aveva detto di aver visto il padre uscire con una tanica di benzina, un’altra aveva invece confermato la presenza quel pomeriggio anche dell’amante con i genitori. Lui, intanto, continua a non rispondere.

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