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Genitori troppo vecchi. La loro bimba di 2 anni sarà adottata

La Corte d’appello ha tolto definitivamente la figlia all’anziana coppia di Mirabello (il padre di 71 anni, la madre di 59), vietando ogni tipo di incontro. Ma il legale assicura il ricorso alla Cassazione.
A cura di Biagio Chiariello
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Genitori troppo vecchi. La loro bimba di 2 anni sarà adottata

Vedersi privati della propria figlioletta perché si è troppo anziani per vederla crescere. Succede a Mirabello (Alessandria), a Luigi Deambrosis e Gabriella Carsano, di 71 e 59 anni, già ribattezzati i "genitori-nonni". Almeno stando alla sentenza della sezione minori della Corte d'appello di Torino che ha accolto la richiesta della procura generale secondo la quale si era presentata la necessità di togliere la piccola di due anni – già da tempo affidata a un'altra famiglia – alla coppia. I giudici hanno anche sospeso le visite tra i coniugi Deambrosis e la loro bambina.

La storia non è nuova, così come l'esito della vicenda giudiziaria. Nel novembre 2011 la bimba fu tolta ai genitori biologici dal Tribunale di Torino. All'epoca i giudici scrissero che la piccola era «frutto di un’applicazione distorta delle enormi possibilità offerte dal progresso in materia genetica». La coppia aveva concepito la piccola con fecondazione assistita. La volontà di darle la vita sarebbe motivata dall'egoismo, è «una scelta che, se spinta oltre certi limiti – scriveva il Tribunale di Torino – si fonda sulla volontà di onnipotenza, sul desiderio di soddisfare a tutti i costi i propri bisogni che necessariamente implicano l’accantonamento delle leggi di natura e una certa indifferenza rispetto alla prospettiva del bambino».

Il dramma dei coniugi di Mirabello è stato riportato nei palazzi di giustizia lo scorso 26 settembre nell'udienza del processo d'appello civile per l'affidamento, durante la quale è stata discussa la nuova perizia disposta dai giudici della Corte del capoluogo piemontese. I periti nominati dai magistrati della Sezione speciale per i Minorenni non hanno fatto altro che ribadire la «capacità genitoriale limitata» di Luigi e Gabriella e che «non è assolutamente pensabile che la bambina venga affidata nuovamente ai genitori naturali, pur con tutti i possibili aiuti che per altro non sono assolutamente facili da individuare e realizzare mentre una nuova separazione dai genitori affidatari provocherebbe danni irreversibili alla minore».

Secondo la perizia la bimba «ha evidenziato un importante livello di sofferenza» per la situazione che si è venuta a creare. Ma l'avvocato Fabio Deorsola, che assiste i coniugi, fa notare che le difficoltà nell'instaurare un rapporto genitori-figlio è stato sempre limitato dal fatto che la coppia poteva vedere la loro bimba molto saltuariamente e in un luogo neutro. «Si è detto che tra la figlia e la coppia non c'è empatia – aveva sostenuto l'avvocato – Eppure si è visto che c'è interazione: ed è già qualcosa di miracoloso se si tiene conto che la piccola è stata tolta a 35 giorni e da allora ha passato con mamma e papà appena 155 ore su quasi 20 mila ore di vita, ovvero lo 0,8 percento. La legge prevede che per togliere un bambino alla famiglia ci siano condizioni insufficienti e non recuperabili. E non è certo questo il caso».

Ora però anche quegli incontri sporadici sono stati proibiti. «Questo è un fatto gravissimo – dice  Deorsola che assiste i coniugi – perché si mette un’ipoteca pesante sul ricorso in Cassazione che di sicuro faremo». Secondo il legale infatti, tenendo conto delle tempistiche della Suprema Corte, nell’ipotesi che la sentenza d'Appello venga ribaltata, «ci sarebbe un buco nero nei rapporti tra i genitori naturali e la bambina» con quest'ultima che verrebbe restituita alla coppia dopo molti mesi di allontanamento.

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