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Francia, un giudice vieta il presepe nei luoghi pubblici

Il tribunale amministrativo di Nantes ha stabilito che la presenza di una rappresentazione della Natività di Gesù all’interno della sede del Consiglio Generale della Vandea viola il principio di laicità dello Stato.
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Un presepe tradizionale.
Un presepe tradizionale.

Il tribunale amministrativo di Nantes, in Francia, ha vietato negli scorsi giorni la presenza di presepi negli uffici pubblici in quanto “emblemi religiosi” incompatibili con il “principio di neutralità del servizio pubblico”. Quest’anno, dunque, bambino Gesù, pastori, bue ed asinello dovranno restare negli scatoloni, almeno nella sede del Consiglio Generale della Vandea, l’ente che ha perso il ricorso presentato da una associazione locale.

Bruno Retailleau, che è anche presidente del gruppo di centrodestra Ump al Senato transalpino, ha reagito duramente alla decisione dei giudici ed ha annunciato che il Consiglio Generale ricorrerà in appello contro la sentenza. “Il rispetto della laicità – ha dichiarato – non è l’abbandono di tutte le nostre tradizioni e l’abbattimento delle nostra radici culturali. Bisogna forse vietare le stelle nelle ghirlande di Natale che decorano le nostre strade con il pretesto che si tratta di simboli religiosi indegni di uno spazio pubblico?” Dello stesso avviso anche Philippe de Villiers, presidente dello stesso organismo per ben ventidue anni, che quando era in carica lanciò la tradizione di adornare la sede del parlamentino regionale con un presepe durante le festività natalizie. De Villiers considera la decisione del tribunale amministrativo di Nantes “totalitaria” e si dice “oltraggiato e scandalizzato” in quanto “la Francia è una terra cristiana, questa decisione manifesta un laicismo portatore di morte, che viola le nostre tradizioni ed i nostri costumi. In nome di questo laicismo dogmatico vieteranno anche il suono delle campane?”

In Francia, una legge del lontano 1905 vieta l’esposizione di simboli ed emblemi religiosi in qualsiasi spazio pubblico, tranne che nei luoghi di culto, nei cimiteri, nei musei o all’interno di mostre. Nel 2004 il Parlamento francese approvò la cosiddetta “legge anti-velo”, fortemente voluta dall’allora presidente della Repubblica Jacques Chirac, che vieta tutt’oggi “l’ostentazione” di simboli religiosi in tutte le scuole pubbliche di ogni ordine e grado. Pertanto, non solo alle studentesse musulmane è vietato andare a scuola con il velo, ma, ad esempio, un cristiano non può indossare una collanina con un crocefisso o un insegnante di fede sikh non può tenere in testa il suo tradizionale turbante.

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