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FIAT, operaio costretto a urinarsi addosso: nessuna punizione per i dirigenti responsabili

Fiat-Chrysler non ha ritenuto di dover punire i responsabili dell’umiliazione di un operaio, costretto giorni fa a urinarsi addosso per non rallentare la produzione.
A cura di Davide Falcioni
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Nessuna misura disciplinare. Solo un richiamo al capo reparto e le scuse all'operaio: è stata questa la decisione di Fiat-Chrysler nei confronti dei responsabili dell'indegno trattamento riservato a un lavoratore della Sevel di Atessa, costretto la scorsa settimana dai suoi superiori a urinarsi addosso poiché, se si fosse recato in bagno, avrebbe rallentato la produzione alla catena di montaggio del più grande stabilimento automobilistico d'Europa. Il caso, come ricorderete, ha suscitato non poca indignazione: il lavoratore si era visto negare il permesso ad andare al gabinetto, malgrado i suoi bisogni fossero impellenti e malgrado le continue richieste in tal senso. L'uomo è stato costretto a farsi la pipì addosso, ma l'umiliazione subita stavolta non è rimasta nel "segreto" dello stabilimento. La vicenda è stata resa nota dal sindacato USB e dal partito della Rifondazione Comunista sollevando un dibattito sul clima che si respira in fabbrica dopo le riforme del lavoro degli ultimi anni, riforme che qualcuno ha ritenuto avessero causato un grave regresso nei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.

Fiat-Chrysler: "Faremo chiarezza su quanto accaduto alla Sevel di Atessa"

Ebbene, sempre a detta del sindacato USB di fronte all'episodio, grave e umiliante, i vertici di Fiat Chrysler avrebbero dovuto prendere seri provvedimenti nei confronti dei diretti responsabili. Invece, almeno al momento, la multinazionale di Sergio Marchionne si sarebbe limitata a scusarsi con l'operaio e richiamare i capi reparto, affermando che il rispetto della persona deve essere prioritario e che sulla vicenda, comunque, sarebbero stati fatti approfondimenti. "Visto che si è già scritto parecchio sull’episodio, e noi non siamo intervenuti subito… preferisco ora non fare commenti, fino a che non abbiamo chiarito bene quanto è accaduto" ha dichiarato Claudio D’Amico, capo ufficio stampa della Fiat- Chrysler, a L'Espresso.

USB: "Il lavoratore vive con umiliazione quanto gli è accaduto"

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Secondo L'USB la responsabilità di quanto accaduto fa interamente capo all'azienda e all'organizzazione del lavoro: "Chiediamo provvedimenti precisi nei confronti dei dirigenti, e un intervento diretto di Marchionne per la rimozione sia del direttore dello stabilimento che del capo officina, a nostro avviso gli unici responsabili insieme all'incapacità di gestione del capo Ute". E riguardo il lavoratore umiliato: "Ho notato in lui un crescente imbarazzo. Anche in azienda, perché ormai tutti sanno chi è. Stiamo parlando di un padre di famiglia, che si sente umiliato nel suo ambiente di lavoro: non vorremmo che gli accada lo stesso anche nella vita quotidiana".

Cosa è la metrica del lavoro Ergo-Uas adottata in Fiat

In realtà l'organizzazione del lavoro alla Sevel di Atessa è da tempo al centro degli attacchi da parte di organizzazioni sindacali e politiche della sinistra: "L’Ergo-UAS non può essere considerato semplicemente una metrica per organizzare il lavoro in fabbrica. È di un’ingerenza padronale nella vita delle lavoratrici e dei lavoratori che stiamo parlando. Attraverso l’Ergo-UAS, Fiat potrebbe aumentare i ritmi di lavoro fino a livelli di stress fisico e psichico dannosi per la salute delle lavoratrici e dei lavoratori", spiega un'inchiesta del PRC realizzata anni fa. "L'obiettivo di Fiat è quello di eliminare ogni azione che non sia redditizia. Camminare dal cassone alla postazione di deposito dei pezzi, ruotare il corpo per assemblare i pezzi, sono azioni che non generano reddito per l'azienda, cioè a non valore aggiunto. Fiat vuole eliminare queste azioni e sostituirle con altre a valore aggiunto. Ad esempio, posizionare un cassone di particolari da montare in posizione tale che l'operaio non deve ruotare il corpo per prelevarli fa in modo che si possa risparmiare tempo da dedicare alla produzione vera e propria". Insomma, l'obiettivo di Fiat è quello di saturare i tempi riducendo il più possibile quelli "morti", compresi i riposi e le pause per bisogni fisiologici. Il caso dell'operaio Sevel, in questo senso, sembra essere da manuale.

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