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Ex Br Faranda invitata alla scuola magistrati, dopo le polemiche il passo indietro

A protestare tra gli altri è stata la figlia del giudice Galli ucciso da Prima Linea. Dopo le polemiche è arrivato l’annullamento dell’incontro.
A cura di Antonio Palma
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UPDATE: Incontro annullato – Dopo le polemiche, la Scuola superiore della magistratura di Scandicci ha deciso di annullare il previsto incontro con l’ex terrorista delle Brigate Rosse Adriana Faranda organizzato nell’ambito di un corso di formazione per i giudici sul tema "Giustizia riparativa e alternative al processo e alla pena". Lo ha annunciato la stessa scuola dei magistrati con un comunicato in cui definisce l’incontro “inopportuno”.

È polemica nella magistratura italiana dopo l'invito ufficiale a partecipare a un corso di formazione alla scuola magistrati inviato all'ex Br Adriana Faranda. L’ex postina delle Brigate Rosse infatti è stata invitata ad intervenire durante un corso di formazione per i giudici su "Giustizia riparativa e alternative al processo e alla pena" che si terrà oggi alla Scuola superiore della magistratura di Scandicci, in provincia di Firenze. La decisione però non è piaciuta a molti magistrati, in particolare delle correnti di sinistra, ed è scoppiata un'accesa polemica a distanza tra chi difende l'iniziativa e chi invece la ritiene "assurda". A scatenare il dibattito è stata Alessandra Galli, giudice a Milano e figlia del giudice Guido ucciso da Prima Linea, che si è detta “attonita” e “amareggiata”per quanto accaduto.

"È inaccettabile il dialogo in una sede istituzionale come questa con chi ha ucciso per sovvertire lo Stato e la Costituzione alla quale noi, come magistrati abbiamo giurato fedeltà” ha scritto Galli trovando appoggio tra gli altri nel procuratore di Torino Armando Spataro, che ha spiegato: "Non sono affatto collegate all’oggetto del corso, ma alla presenza di ex terroristi in una Scuola di Formazione per Magistrati”. L'esponente del Pd Fioroni, presidente della Commissione d'inchiesta sul caso Moro, si dichiara sorpreso, commentando: "La giustizia riparativa parte dalla verità e non da bugie o da racconti verosimili. Il Paese aspetta di sapere cosa accadde durante i 55 giorni e l'esatto susseguirsi degli eventi nelle ore che segnarono tragicamente la vita di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta".

A difendere la scelta però è l'ex presidente della Scuola, Valerio Onida che ha commentato: "Dov’è lo scandalo? O si pensa che la Scuola sia un sancta sanctorum, un tabernacolo che non può essere profanato dalla presenza di certe persone? L'evento serve per parlare di una esperienza che ha coinvolto diverse persone, tra parenti delle vittime e colpevoli, che da anni si sono ritrovati per parlare e comunicare su base volontaria. È una delle più significative esperienze di giustizia riparativa in Italia, a cui è stato dedicato anche un libro e di cui si è parlato in varie sedi. Perché non lo si dovrebbe fare alla Scuola della magistratura? E perché escludere la testimonianza di ex terroristi che hanno fatto un lungo percorso sul piano umano e della rieducazione, e hanno avviato un dialogo con le vittime?"

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