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Ebola, Oms ammette errori: “Staff incompetente e burocrazia”

L’Organizzazione mondiale della Sanità, in un documento interno, ha ammesso le proprie responsabilità per la diffusione della grave epidemia di Ebola in Africa. “Quasi tutti” quelli coinvolti nel rispondere all’emergenza non hanno notato fattori di quella che è poi divenuta un’esplosione del virus.
A cura di Susanna Picone
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L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), in un documento interno che doveva rimanere riservato, sembra ammettere di aver compiuto degli errori nelle primi fasi della diffusione della epidemia di Ebola in Africa. Nella bozza trapelata emergerebbe che l’organizzazione non sarebbe riuscita a fermare il virus Ebola per una serie di fattori, dall’incompetenza dello staff alla mancanza di informazioni. Come reazione alla pubblicazione di questo documento, l’Oms ha promesso un’approfondita analisi interna sul perché non sia riuscita a fermare dall’inizio l’epidemia che sta uccidendo migliaia di persone in Africa. In un comunicato l'Oms ha affermato di non voler fare commenti sul materiale trapelato, rilevando che il documento è solo una prima bozza di una analisi in corso sulla risposta data dalla crisi. “Non possiamo dirottare le nostre limitate risorse dalla risposta (alla crisi) all'analisi dettagliata della nostra risposta passata. Quell'analisi arriverà, ma solo quando la crisi sarà superata”. Nel documento si legge che gli esperti avrebbero dovuto rendersi conto che i metodi tradizionali di contenimento delle malattie infettive non potevano funzionare in una regione dai confini porosi e sistemi sanitari a pezzi: “Praticamente nessuno di coloro coinvolti nella (fase iniziale) di risposta fu in grado di vedere i segnali di sciagura”. Staff incompetente, burocrazia e mancanza di informazioni affidabili sarebbero dunque alcuni dei motivi alla base della risposta non adeguata al virus. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Oms, l’Ebola ha ucciso almeno 4546 persone tra Liberia, Sierra Leone e Guinea.

Ebola, il messaggio di Obama: “Non cedere all’isteria”

In America, in seguito ai casi di contagio del virus Ebola, il presidente Barack Obama ha lanciato un messaggio ai cittadini: Obama ha avvertito che la lotta al virus sarà lunga e si potrebbero registrare altri casi isolati, ma ha invitato gli americani a non cedere all'isteria e ha assicurato che la nazione è preparata per evitare un'epidemia sul territorio. Obama è comunque tornato a respingere l'idea dello stop ai voli dall'Africa occidentale perché, a suo dire, “cercare di isolare un'intera regione del mondo” potrebbe addirittura far peggiorare la situazione. Obama ha anche cercato di circoscrivere il problema, ricordando agli americani che su 300 milioni di abitanti sono stati diagnosticati solo tre casi. “Quel che stiamo vedendo in America non è un focolaio, né tantomeno un'epidemia di ebola”, così il presidente americano, che ha aggiunto: “L'ebola è una malattia grave”, ma anche difficile da contrarre.

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