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Dopo l’arresto, Lusi non si arrende: “Ora facciamo i conti. Dirò molte cose”

Prima notte dietro le sbarre per l’ex tesoriere della Margherita. Non patteggerà, ma si dice “capro espiatorio usato per appagare la stagione dell’antipolitica. Sto vivendo un incubo”. Ad ogni modo, non è finita: “Al giudice non ho detto tutto quello che volevo dire.”
A cura di Biagio Chiariello
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Dopo l  arresto Lusi non si arrende Ora facciamo i conti

Luigi Lusi ha trascorso la sua prima notte in carcere a Rebibbia. Ieri, il Senato è stato chiamato a votare sull’arresto dell'ex tesoriere della Margherita, accusato di appropriazione indebita e associazione a delinquere. Secondo i magistrati Lusi avrebbe sottratto almeno 23 milioni di euro al partito. E i «colleghi senatori» hanno detto sì alla richiesta di custodia cautelare per l'ex dirigente. 155 voti a favore, 3 contrari e 1 astenuto. Forse già oggi sarà sottoposto all'interrogatorio di garanzia da parte del giudice Simonetta D'Alessandro. Intanto il senatore annuncia che nonostante la sconfitta nella battaglia di ieri a Palazzo Madama, la guerra (ai vertici della Margherita) non è ancora finita.

«Ancora non ho detto tutto ciò che ho da dire. Hanno voluto farmi arrestare? Faremo i conti anche con questo».  si sfoga così, Lusi, in un'intervista al Messaggero. Afferma di confidare nella giustizia e di essere a disposizione ,«data l'evidenza», dei magistrati «ancora più di prima». Per il processo dice di volere un rito normale «Niente patteggiamenti. Voglio un ampio dibattimento». Non si arrende il senatore e annuncia che «i miei avvocati faranno ricorso per questo arresto, e chissà, magari il Tribunale del riesame, la Cassazione, potrebbero decidere di darmi ragione».

E' combattivo Lusi, ma lascia trasparire anche qualche vena di amarezza (e di vittimismo) quando afferma di essere «un capro espiatorio usato per appagare la stagione dell'antipolitica». E al giornalista del Messaggero che gli fa notare che, in pratica, ha avuto tutto Palazzo Madama contro – a differenza di quanto avvenuto coi vari Papa, Cosentino e De Gregorio – risponde di stare «vivendo un incubo, e come tale vado rispettato».Tuttavia, «a gennaio – aggiunge Lusi – avrei scommesso otto viaggi alle Bahamas che questa storia non sarebbe finita con il mio arresto». Ad ogni modo, non ci pensa proprio a dimettersi: «E perché dovrei? Non mi dimetto assolutamente»

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