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Costa Concordia, l’equipaggio chiede 3 milioni di danni

Tre componenti dello staff, il maitre, il cuoco e un assistente di sala, chiedono un pesante risarcimento. I loro avvocati accusano: “È stato cercato di tacitare tutti i membri dell’equipaggio con il pagamento di 10.000 euro”
A cura di Redazione
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Polemiche per l’eventuale slittamento dei lavori di rimozione della Costa Concordia, che giace all’Isola del Giglio dallo scorso 13 gennaio. Il sindaco è infuriato, Gabrielli ottimista. Ma i cittadini del Giglio non vogliono un’altra estate con la nave.

Tre componenti dell'equipaggio della Costa Crociere, la nave che andò contro uno scoglio davanti all'Isola del Giglio, incidente costato la vita a 32 persone, citeranno in giudizio la compagnia per ottenere un risarcimento del danno di tre milioni di euro, un milione ciascuno. I tre sono il maitre Carmelo Onorini, lo chef Leonardo Colombo e il tecnico di macchina Raffaele Pasquale Monteleone, tutti già costituiti parte civile a Grosseto. Oggi i loro legali, in una conferenza stampa a Bari hanno lanciato pesantissime accuse, sostenendo dopo l'incidente del 13 gennaio 2012 la società avrebbe "cercato di tacitare tutti i membri dell'equipaggio con il pagamento di una irrisoria cifra di circa 10.000 euro, a fronte di somme dovute che possono sfiorare il milione".

I legali dei tre ex marittimi ritengono che Costa abbia posto al personale il "vincolo di poter lavorare nella società per il futuro esclusivamente nel caso di firma dell'accordo, ovvero approfittando di chi avesse la necessità di far fronte alle prime incombenze con quelle irrisorie cifre di risarcimento". Fra l'altro i tre sostengono che non sia possibile "che il comandante Schettino abbia fatto tutto da solo" e parlano di "concause del sinistro".

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