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Cie di Roma, si ferma la protesta delle “bocche cucite”: i migranti scrivono al Papa

Anche gli ultimi due migranti hanno deciso di sospendere la protesta contro il trattamento nei Cie, mentre da Roma è partita una missiva indirizzata a Papa Francesco.
A cura di Redazione
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Gli immigrati trattenuti al Cie di Ponte Galeria a Roma hanno deciso di sospendere le loro proteste, come segno di apertura nei confronti delle autorità e delle istituzioni che hanno mostrato interessamento per le condizioni di vita nelle strutture. Così, i venti immigrati in sciopero della fame hanno ripreso ad alimentarsi e i due immigrati che nelle ultime ore avevano scelto di cucirsi la bocca hanno interrotto la loro protesta. Lo stop alla mobilitazione è giunto dopo l'ultima notte di protesta, con quindici immigrati che hanno deciso di dormire all'aperto, malgrado le temperature rigide. Al centro della discussione sempre le condizioni di degrado della struttura di Ponte Galeria e, in generale, il senso stesso dell'approccio alla permanenza nei Cie.

In tal senso, i migranti hanno poi deciso di scrivere una lettera a Papa Francesco, nella speranza di un suo interessamento ad una vicenda che negli ultimi giorni è stata al centro di non poche polemiche anche grazie alla mobilitazione del deputato del Partito Democratico Chaouki, che ha trascorso gli ultimi giorni nell'analoga struttura di Lampedusa, prima che le autorità ne disponessero lo svuotamento.

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