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Caso Ruby, i legali di Berlusconi: “Il rapporto sessuale non è mai stato provato”

Nel corso della requisitoria del processo d’appello sul caso Ruby i legali di Berlusconi hanno tentato di ribaltare la sentenza di primo grado, che aveva condannato il cavaliere a 7 anni di reclusione.
A cura di Davide Falcioni
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Il rapporto sessuale tra Silvio Berlusconi e Ruby? Secondo Franco Coppi e Filippo Dinacci, avvocati che difendono l'ex Presidente del Consiglio nel processo d'appello sul "caso Ruby", non sarebbe mai stato dimostrato, così come non sarebbe stato dimostrato che l'ex premier fosse a conoscenza della "minore età" della ragazza. I due legali l'hanno affermato nel corso dell'arringa, sostenendo che "non ci sono elementi per cui si può condannare", e aggiungendo che "in questo processo bisogna prendere con le pinze tutto". Secondo Franco Coppi, inoltre, la sentenza di condanna emessa in primo grado "non può funzionare" in quanto ha tentato di arrivare a "un concetto di prostituzione tramite la definizione di serate allegre. Ci vuole qualche elemento in più – ha dichiarato – e bisogna dimostrare che in queste serate allegre ad Arcore c'era Ruby, e che lei era parte attiva. Bisogna dimostrare – ha continuato – che Ruby vi ha preso parte, perchè se aveva solo assistito non c'è prostituzione". "Qui ci sono solo presunzioni, non c'è prova e non si può condannare su questi presupposti".

Ruby, i legali di Berlusconi: "Condanna in primo grado caratterizzata da scorciatoie probatorie"

Per i legali dell'ex Presidente del Consiglio la sentenza di condanna a sette anni di reclusione sarebbe caratterizzata da "scorciatoie probatorie" e sarebbe "Chiaramente in difficoltà su tutto". Nel mirino anche il fatto che Berlusconi sapesse della minore età di Ruby, poiché "si deve presumere che Emilio Fede, visti i rapporti di amicizia con Berlusconi, non abbia taciuto". "Se ci muoviamo in questa direzione e se accettiamo questi meccanismi induttivi – ha sottolineato Coppi – ci allontaniamo dalla prova. Pertanto chiediamo l'assoluzione dell'imputato".

La sentenza della Corte d'Appello forse già venerdì

I legali di Silvio Berlusconi, dunque, stanno tentando di smontare le tesi dell'accusa, che hanno portato in primo grado a una condanna. La sentenza della Corte d'Appello potrebbe arrivare già venerdì, mentre per il verdetto della Cassazione si dovrà attendere molto probabilmente l'autunno del 2015. Se anche la suprema corte ne confermerà la colpevolezza, il capo di Forza Italia rischia una pena più pesante di quella del Processo Mediaset. All’eventuale condanna per la vicenda Ruby sarebbero infatti sommati anche i tre anni del processo Mediaset coperti da indulto, che verrebbe revocato.

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