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Caro benzina: prezzi alle stelle e vacanze alle porte, stangata per famiglie e consumatori – INCHIESTA

La benzina vola a 1,7€ al litro, il prezzo più alto da sempre. Nonostante il costo del petrolio sia in lieve calo, le tasse imposte dal governo italiano sul carburante e la speculazione delle compagnie petrolifere mettono in ginocchio consumatori e famiglie proprio alla partenza per le vacanze estive.
A cura di Alessio Viscardi
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caro benzina

IL RINCARO ESTIVO DEI PREZZI DEL CARBURANTE – Milioni di italiani partiti per le vacanze – nonostante la crisi economica ne faccia restare a casa ben quattro italiani su cinque. Per il restante 20% si prospetta un salasso: arriva l’ ennesimo aumento del prezzo del carburante, stavolta giustificato dall’ aumento del costo del barile di petrolio – che veleggia nuovamente oltre i 90$ – e le nuove accise imposte dal governo italiano. L’ effetto è un record senza precedenti, il prezzo medio nazionale della benzina tocca il suo massimo da sempre, con punte incredibili al Sud: 1,70€ a litro, mentre per il diesel si sfiorano picchi dell’ 1,50€. Napoli, come al solito, risulta la città più colpita dai rincari.

Caro Carburante e vacanze

I nuovi aumenti di benzina e diesel alla vigilia dell'estate

Adusbef e Federconsumatori hanno denunciato un incremento di oltre il 24% dei prezzi del carburante alla pompa. Significa che un’ auto di media cilindrata che consuma un litro ogni 15km, questa estate per viaggiare dalle nebbie di Milano alle coste di Reggio Calabria risucchierà 273€ di benzina. Si tratta di un aumento di 53€ rispetto al 2009, con il quale l’ Italia balza al quinto posto in Europa per il costo della benzina e al quarto per quello del gasolio.

Infografici del giorno

Il rincaro riguarda tutte le compagnie, con variazioni vistose anche tra le pompe di una stessa città ma con poche differenze tra i produttori. Il 26 aprile il nuovo rincaro record per benzina e diesel, riportato da Fanpage:

Un aumento che arriva dopo solo quindici giorni di stasi che smuove, seppur di poco, anche la media ponderata tra tutti marchi nazionali: la benzina ci costa 1,624 a litro e il gasolio è a quota 1,507 euro. Tutte le agenzie riportano della “tregua finita”, Quotidiano Energia pone l’accento su prezzi molto diversi tra loro, in base al livello di competizione e posizionamento degli impianti, su tutto il territorio. Risultato? Una forbice di ben 10/15 centesimi, a seconda di dove si trova il consumatore a far benzina, da 1,636 euro a 1,670. Sempre stando ai prezzi medi calcolati da Quotidiano Energia, in modalità servito la Eni pratica l’1,624 euro a litro mentre la Ip è a 1,636. Il diesel costa un pò meno dalla Eni e dalla Esso (1,504 euro/litro), la Ip è a 1,511 euro a litro. L’unico a restare, più o meno, stabile è il Gpl: tra lo 0,718 euro/litro di Eni allo 0,735 di Ip e Shell. Questi, invece, i prezzi medi delle no-logo: benzina a 1,547, diesel a 1,413 e Gpl a 0,715.

L’INCIDENZA DELLE ACCISE – Il prezzo del carburante alla pompa deriva da tre fattori: il prezzo della materia prima/petrolio, il cambio monetario e – soprattutto – più della metà deriva delle imposte statali, vere e proprie tasse sul consumo definite “accise”. Secondo L’Up (Unione Petrolifera) le impennate di benzina e gasolio dal 28 giugno ad oggi, si devono solo in minima parte all'andamento dei mercati, mentre l’aumento superiore a otto centesimi di euro/litro nell'ultimo mese per i prezzi al consumo dei carburanti si spiega con l'incremento delle tasse (accise più iva). Soltanto 2,7 centesimi sono legati alla variazione del prezzo industriale.

Accise sulla benzina

Lo stato tassa benzina e diesel e mette in ginocchio i consumatori

L’ ultima manovra finanziaria licenziata dal Parlamento prevede una nuova accisa per l’ emergenza libica del 2011. L’ accisa è una tassa che grava sulla quantità del bene prodotto, nel caso di benzina e gasolio si hanno aliquote rapportate al litro, mentre per il Gpl sul chilogrammo.

Le accise sui carburanti in Italia sono tantissime, alcune delle quali anacronistiche: si parte con un’ imposta di 1,90 lire al litro per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935, passando poi per una serie di contributi per la crisi di Suez del 1956, il disastro del Vajont del 1963, l’ alluvione di Firenze del 1966, il terremoto del Belice del 1968, quello del Friuli del 1976, quello dell’ Irpinia del 1980, la guerra del Libano del 1983 e quella in Bosnia Erzegovina del 1996. L’ ultima imposta è stata introdotta dal Decreto Legge 107 del 12 luglio, che rifinanzia le missioni militari all'estero per il secondo semestre dell' anno: 0,040 centesimi di euro per fronteggiare l’ emergenza immigrazione dovuta alla guerra in Libia del 2011. In totale, su ogni litro di benzina i consumatori pagano circa 0,6€ di imposte, 0,4€ sul gasolio. Le associazioni per la tutela del consumatore denunciato che gran parte di queste accise, una volta estinta la ragione per cui sono state imposte, dovrebbero essere annullate. Eppure, continuiamo a pagare la guerra in Etiopia.

LE COMPAGNIE PETROLIEFERE SONO UN CARTELLO ? Gli aumenti del prezzo del carburante dipendono dal mercato, oppure sono frutto di pratiche anti-concorrenziali da parte di un cartello composto dalle maggiori compagnie petrolifere – le cosiddette Sette Sorelle? Un’ indagine dell’ Antitrust italiana del 1994, firmata dal presidente dell’ Epoca, Giuliano Amato, attestava le pratiche di cartello delle principali compagnie petrolifere, che usavano mettersi d’ accordo sugli aumenti del carburante apportando correlazioni del 99,9% tra i loro prodotti.

Ancora nel 2008, un’ istruttoria avviata dall’ Antitrust su Eni, Esso, Shell, Total, Api, Erg e altre compagnie petrolifere attestava che queste:

“… avrebbero praticato prezzi tra loro molto simili, che hanno seguito l’ andamento della quotazione internazionale di riferimento nel periodo in cui quest’ ultima era in ascesa, per discostarsene, verso l’ alto, nella sua successiva fase discendente. Il persistere del parallelismo dei prezzi anche nella fase di allontanamento dalla quotazione di riferimento sembrerebbe costituire un indizio di un possibile coordinamento della politica commerciale delle società coinvolte”.

Le sette sorelle del petrolio

Le compagnie petrolifere sono un cartello anti-economico

Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, ha presentato una denuncia contro le compagnie petrolifere proprio per appurare la sussistenza del reato di “aggiotaggio” nel loro comportamento alla vigilia delle partenze estive. “Sono tornato dagli Stati Uniti, ho trovato in Italia prezzi più alti del doppio rispetto al mercato americano, dove circolano molte più auto e operano le stesse compagnie produttrici”.

L’Italia è al quinto posto per il costo della benzina in Europa, ma secondo i dati Eurostat il Bel Paese è al tredicesimo posto per il reddito pro-capite. Questo significa che, anche se la benzina costa meno che in Francia e Inghilterra, i rincari colpiscono molto di più gli italiani che sono più poveri. Giovanni D’Agata critica anche uno dei primi provvedimenti presi dal governo Berlusconi con la legge Finanziaria 2008: “L’istituzione dell’autorità di garanzia sui prezzi, il cosiddetto Mister Prezzi, che a fronte di rincari tanto sregolati si rivela un’ulteriore spesa a carico dei cittadini, senza fornire alcuna tutela ai consumatori”.

LA STANGATA SUI CONSUMATORI – Le famiglie italiane sono le più colpita dall’ aumento indiscriminato dei prezzi alla pompa. La benzina, nel paniere Istat, ha la più alta incidenza sull’ inflazione: 2,5%. Questo valore indica non soltanto l’ effetto diretto sui prezzi, ma anche l’ aumento dei costi di beni e servizi che necessitano di trasporti o che sono legati al consumo di energia per la propria produzione. Al crescere del prezzo del carburante, cresce in proporzione l’ inflazione.

Infografici del giorno

Il costo per i consumatori

Quanto costa il rincaro della benzina ai cittadini?

Il rincaro del 24% dei prezzi alla pompa ha messo sul piede di guerra le associazioni di tutela dei consumatori, in particolare quelle riunite nella sigla CASPER (Adoc, Codacons Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori) che presenteranno un esposto a 104 Procure della Repubblica in tutta Italia. Si teme una vera e propria speculazione in concomitanza delle vacanze estive, in quanto le quotazioni del petrolio sono attualmente in calo – i picchi di prezzo alla pompa registrati nelle ultime settimane, con un costo inferiore ai 100$ al barile, non sono stati raggiunti nemmeno nel luglio 2008 quando il barile veleggiava oltre i 144$, come afferma Federconsumatori.

Testimonianze di un vacanziero

66 euro di benzina per andare da Napoli ed Acciaroli

Un pieno di benzina costa oggi 10,6€ rispetto all’ estate 2010, mentre per un pieno di diesel si spendono 12,2€ in più. Il rincaro farà spendere 500 milioni di euro agli automobilisti per le vacanze estive, mentre la Federconsumatori stima che i rincari peseranno per 488€ euro a famiglia. Una spesa totale di 1.164€ che grava sul bilancio delle famiglie italiane nel 2011. Secondo quanto sostengono i gestori riuniti nelle sigle Faib e Fegica, con l’ approvazione della proposta di legge “Libera la Benzina!” e la liberalizzazione della distribuzione grazie all’ abolizione del vincolo di esclusività per i 23 mila benzinai italiani, ci potrebbe essere un risparmio netto di 6 centesimi al litro. Ovvero, più di 400€ all’ anno per ogni famiglia.

L’ INFLAZIONE SI IMPENNA – Il rapporto Istat prezzi al Consumo del giugno 2011 rileva come l’ Indice Nazionale (NIC) misuri un incremento dei prezzi di molte tipologie di beni. Un incremento dello 0,1% rispetto a maggio 2011, ma di ben 2,7% rispetto al giugno 2010. L’ inflazione raggiunge quindi il 2,3%, si tratta del massimo livello raggiunto dal novembre 2008.

La principale causa dell’ aumento dei prezzi dei prodotti finali è la crescita dei costi per i prodotti energetici, principalmente i carburanti, che influisce sui processi di produzione e di trasporto delle merci. Il potere di acquisto delle famiglie si riduce sempre più, tanto che gli ultimi dati disponibili sulla spesa nel 2011 indicano un netto taglio sui consumi alimentari. Un fenomeno simile, si è registrato soltanto in periodi di guerra e forte crisi. Si registra una flessione del 3.6% rispetto all’ anno scorso dovuta all’ aumento dei prezzi degli alimenti. Un incremento dovuto alle spese di trasporto, che coinvolgono l’85% delle merci, come sostenuto dalla Cia-Confederazione Italiana Agricoltori: “L'impennata di benzina e gasolio a giugno continua quindi a infiammare i listini al dettaglio e spinge in alto l'inflazione”.

Da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat emerge che "per effetto degli aumenti la spesa per trasporti, combustibili ed energia elettrica delle famiglie italiane ha sorpassato quella per gli alimentari e le bevande'‘. Sui 2,453 euro spesi mensilmente dalle famiglie italiane ben 471 euro (il 19,2%), sottolinea la Coldiretti, vengono destinati trasporti, combustibili ed energia elettrica, mentre 467 euro (il 19%) all'alimentazione.

La città messa in ginocchio

Il caro benzina si somma a quelle delle RCA e delle truffe

NAPOLI, LA CITTA’ PIU’ COLPITA – Secondo il presidente di Federconsumatori Campania, Rosario Stornaiuolo, il caro petrolio ha portato Napoli ad essere la città dove la benzina costa di più che nel resto d’Italia, andandosi a sommare alle numerose condizioni di disagio economico precedenti. Soltanto per rimanere in tema di mobilità, bisogna registrare l’ aumento dei biglietti di tram e treni cittadini e provinciali avvenuto nel 2011, che ha causato numerosi problemi ai pendolari, oltre alle esose tariffe per le RC auto.

Prezzi carburante a Napoli

I diversi prezzi praticati dai distributori a Napoli

In Campania è la rete distributiva vecchia e carente che innalza più che nelle altre città il prezzo del carburante. Ci sono poche “pompe bianche” e una totale anarchia tra gestori e compagnie, che porta inevitabilmente i prezzi a salire e al verificarsi di strani fenomeni, come tariffazioni diverse tra le pompe di uno stesso quartiere. Basta seguire l' itinerario compiuto da Fanpage.it tra alcune pompe napoletane dislocate in diversi quartieri della città: prezzi variabili, ma tutti molto simili (verso l'alto) tra periferia e parte alta, senza divergenze tra le diverse compagnie petrolifere. Si parte da Ponticelli, dove StarOil fa la benzina 1,57€ al litro e il diesel 1,42€. Q8 pratica il prezzo di 1,59€ a litro per la benzina e 1,44€ il diesel. Infine, Esso 1,60€ per la benzina e 1,45€ per diesel.

In un altro quartiere periferico come Gianturco, Q8 tocca il prezzo elevatissimo di 1,66€ al litro di benzina e 1,55€ per il diesel. Esso è sulla stessa linea, con 1,69€ per la benzina e 1,54€ per il diese. Total sfiora 1,64€ per la benzina e 1,47 diesel. Su via Marina, dove il transito delle auto è sempre intenso, Tamoil fa pagare 1,66€ per la benzina e 1,52 diesel. Erg sfiora anch'essa 1,69€ per benzina e 1,54 diesel. Total, carissima, arriva a 1,70€ per litro di benzina e 1,54 per diesel. La stessa compagnia, stranamente, nei salotti buoni di Riviera di Chiaia e Posillipo pratica prezzi (di poco) più bassi: 1,68€ / 1,53 nel primo caso e 1,67 / 1,52 nel secondo. Insomma, una bella anarchia, pagata – ovviamente – dai cittadini napoletani.

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